Beh, su questa tematica penso che abbia scritto pagine insuperate e insuperabili Blaise Pascal. Nella disperazione di tornare nel "nulla" da cui siamo venuti la "scommessa" sull'esistenza di un Dio che ci salvi, appunto il credo quia absurdum o l'"impossibile" ora di Cacciari. Ma io non mi farei commuovere tanto da Walter Benjamin e tutti gli altri ebrei, pur geniali, del secolo. Scrissi questo a Giulio Busi dopo un lungo dialogo sul suo romanzo su Gesù, e la Guerra di Gaza non era ancora cominciata anche se già inscritta da 3000 anni nella Bibbia: I migliori ebrei entre deux guerres arrivarono alla figura e allo Jetztzeit. Poi, per il sopravvissuto, ci fu il cianuro. Il buon Giulio (non quello che disquisì su peccato e verità) li riscopre ora, ma è già ritardo, perché i tempi si compiono nella mistica dello shekel.

Cacciari prova ad aggiornare lo statuto della filosofia teoretica, ma convince poco sulle argomentazioni perché rimane ancorato all'idea pre scientifica della cosa come elemento stabile in sé, mentre noi sappiamo oggi che la cosa è un modo d'essere dell'energia che noi attraverso i nostri sensi percepiamo in parte, per una specifica porzione, in un modo precipuo. La metafisica che si occupa dell'ente non ha più alcun interesse perché parte da un assunto ingenuo (l'ente è quello che vedo e percepisco: punto), pone domande che non hanno più alcun senso (la sua potenza, il suo confine, il suo inizio, la sua idea immanente, la sua relazione etc.etc.), ed è il motivo percui oggi quel tipo di filosofia non parla più a nessuno. Se si vuole fare metafisica non si può che muovere da qui, dall'ontologia determinata dalle conoscenze della fisica, e provare a strutturare concetti che consentano di muoverci nella continua emergenza (nel senso di emergere), nel continuo divenire, consapevoli dei limiti del nostro specifico piano di osservazione e delle nostre specifiche capacità cognitive.

Essere ed Essente ebbero Armonia non si sa il valsente ogni cosa sia nell’era di gente di ogni frocìa. Si sa che durante ebbero godìa ma non quale tecnica usata per gestìa.

L' essente un' infinità di infiniti?

Banale, diseducativo.