In epoche remote il promontorio di San Benigno terminava con uno scoglio a picco sul mare. La Torre della Lanterna venne eretta all'apice di quello scoglio. Con la realizzazione delle Nuove Mura, la Lanterna fu simbolicamente scelta come punto di partenza di quell'opera titanica, diventandone parte integrante. Occorreva quindi proteggerne la Torre, con delle opere fortificate. Per questo motivo, nel ‘600 fu costruito un terrazzo sottostante, sul quale, anni dopo, sarà realizzata una Batteria denominata “a piè della Lanterna”.
Un secolo dopo, lo scoglio che rappresentava la fine del promontorio, fu "prolungato" con delle opere in muratura e fortificato con un'altra Batteria, denominata “a fior d'acqua della Lanterna”. Questo tipo di Batterie, basse di quota o collocate a “pelo dell’acqua”, avevano una loro finalità; gli studiosi di balistica dell’epoca, ritenevano che "le batterie basse o radenti” avevano il vantaggio “che i loro tiri sono seguiti da numerosi rimbalzi”; di conseguenza, lo scopo era di “poter percuotere una nave, presso la linea d'acqua, e così danneggiarla più gravemente".
Le due fortificazioni, che oltre a proteggere la Torre del Faro svolgevano anche un'azione difensiva sul porto, nel 1770 subirono una prima ristrutturazione.
Durante l'assedio del 1800, una delle due Batterie aprì il fuoco contro una squadra inglese, costringendola a riprendere il largo. Nel 1827 la Batteria a fior d'acqua fu potenziata con l'aumento della sua artiglieria.
Durante la prima metà dell’ottocento, la Lanterna fu letteralmente circondata da cinque Batterie, sia grandi che piccole.
Questo complesso di fortificazioni diede origine ad un’opera, designata all’epoca con il nome di Forte della Lanterna. Poiché tutte e cinque le fortificazioni del complesso erano denominate “Batteria della Lanterna”, si pensò di aggiungere alla denominazione anche una numerazione, per meglio distinguerle.
La settecentesca batteria a fior d’acqua divenne la numero 51.
Proprio ai piedi della Lanterna, erano due Batterie, la numero 49 E e la numero 50. La prima, della quale rimangono ancora oggi le murature di perimetro, era collocata sul terrazzo a lato della Torre del Faro, e controllava la strada d'accesso alla Porta Lanterna; la sua dotazione d’artiglieria comprendeva due cannoni a bomba da 8 con 1.000 granate e 40 scatole a mitraglia; un obice lungo da 5.7.2. con 300 granate e 25 scatole a mitraglia; 3.770 chili di polvere. La seconda era proprio sul terrazzo sottostante la Lanterna, ed era armata con tre cannoni da 32 con 1.500 palle, 150 granate, 30 scatole a mitraglia; 6.420 chili di polvere.
La Batteria numero 48, denominata anche "Caserma e terrazzo della Porta nuova", comprendeva "alcuni pezzi campali, colle loro munizioni" essa proteggeva “la strada che conduce alla porta della Lanterna”. Infine citiamo anche la Batteria numero “49 D (Casamatta al Nord)", con le stesse note di quella precedente.
Su una relazione della metà ottocento, a proposito di queste opere si può leggere: “Tutte queste batterie, abbisognano di più comode comunicazioni fra di loro, e converrebbe pure elevare la batteria a fior d'acqua, trovandosi ora troppo bassa, ed innondata nei grossi tempi, come pure facile ad opere sorpresa e scalata". Quest'ultimo consiglio fu sicuramente preso in considerazione; dopo alcuni anni la costruzione delle due grandi Caserme,