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L'importanza della 'leggerezza' e flessibilità della voce nelle colorature, risoluzione dei passaggi di registro ed esecuzione del trillo nel canto lirico - Soprano Astrea Amaduzzi - Recanati, 27 giugno 2020
In questo video vediamo assieme come studiare tecnicamente nel modo giusto un'aria barocca di Scarlatti molto eseguita nel mondo, ma spesso eseguita male: si tratta di "Già il sole dal Gange", dall'opera "L'honestà negli amori".
Ricordatevi che non bisogna mai spingere, né cantare su suoni "aperti" o "intubati": si deve cantare invece sempre a gola libera, lasciando la laringe lavorare da sola con libera mobilità, e con tutti i suoni, dal più basso al più alto, ben 'a fuoco', senza note forzate o 'indietro' di posizione. E' anche importante scegliere se emettere le note nel primo passaggio "di testa" o "di petto", a seconda del tipo di scrittura vocale presente nel corso del brano, ma bisogna sempre invariabilmente "coprire" (questo vale anche per i tenori che hanno un solo passaggio, verso la zona acuta) nell'area del secondo passaggio.
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La necessità assoluta del suono raccolto come fondamento del canto lirico, nel monito del tenore Georges Thill, allievo del celebre Fernando De Lucia:
Ainsi que le répète encore invariablement Georges Thill: "Il n'y pas de voyelles ouvertes; le son ouvert est la mort du chant et le son le plus grave est déjà appuyé dans la tête"
Come ripete continuamente Georges Thill: "Non esistono vocali aperte; il suono aperto è la morte del canto e il suono più grave è già appoggiato in testa"
(in: "Portrait de l'artiste en 30 ans de chant", Roland Mancini - 1984)