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Solo chi cade impara a rialzarsi. L’altoatesino Armin Holzer, campione italiano di highline ed esperto di sport estremi, l'ha fatto. Una, dieci, mille volte. Sulla slackline e nella vita. Quando, giovanissimo, la sua carriera nello sci si è interrotta bruscamente a causa di un incidente, la slackline è stata la sua ancora di salvezza. Su quella banda elastica spessa solo 2,5 cm Armin ha ritrovato il suo equilibrio, non solo metaforicamente. "Cercare di restare bilanciati sulla slackline è una questione di testa", diceva spesso il funambolo.
Dal 2011 Armin Holzer segnava la scena mondiale dello slacklining. Da quando, ovvero, insieme all’austriaco Reinhard Kleindl, per primo ha attraversato l’highline tesa tra le Tre Cime di Lavaredo. Nel 2012, poi, in Cina ha stabilito il record mondiale sulla highline più alta della storia. In Italia era l’unico ad avvicinarsi al professionismo nella disciplina dello slacklining. Tante volte ha affrontato da solo duri allenamenti sulla slackline. Tante volte è caduto e altrettante si è rialzato. Fino a diventare l'uomo che era quando l'abbiamo incontrato: un'anima privilegiata. Uno a cui non si sarebbero mai potuto tarpare le ali. Quando l'abbiamo conosciuto, nel febbraio 2015, Armin ci aveva confessato il suo prossimo sogno: un volo in parapendio tra le Dolomiti. Il 4 dicembre 2015 il suo sogno l’ha realizzato ma una caduta gli è stata fatale. Questo è il nostro ricordo di te, Armin. Riposa in pace.
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