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Artimino è una frazione del comune di Carmignano (PO). Le sue origini sono molto antiche e la sua storia può essere divisa in tre periodi significativi.
Il primo periodo è quello etrusco: qui infatti sorgeva un villaggio del periodo etrusco, e a testimonianza di ciò sono stati rinvenuti molti reperti che rimandano all'esistenza del villaggio, oltre al fatto che è stata rinvenuta la vicina necropoli di Prato Rosello. Nel piccolo paese di Artimino c'è adesso un museo etrusco ben allestito.
Il secondo periodo è quello medievale. Artimino divenne un villaggio fortificato, con mura e porte, di cui una ancora oggi ben conservata. Fuori dall'abitato sorse una bella pieve romanica. Nel '200 e nel '300 Artimino era un piccolo comune rurale con un suo territorio e uno statuto che regolamentava la vita dei suoi abitanti. Faceva parte del contado di Pistoia, ma una serie di guerre nel '300, che vide coinvolte Pistoia, Lucca e Firenze per il predominio di questa zona del Monte Albano da cui si dominava la sottostante piana, determinò la vittoria di Firenze che incamerò Artimino e il suo territorio e anche quello della vicina Carmignano.
Il terzo periodo è quello moderno. Divenuto ormai un luogo pacifico il Granduca Ferdinando I de' Medici vi eresse un'imponente villa. Da allora Artimino è famosa per la villa medicea che appare infondo a un lungo viale cipressato. La villa chiamata "La Ferdinanda" è detta anche "dai cento camini" per i tanti comignoli che tempestano il tetto. Fu costruita in un breve lasso di tempo (1596-1600) dal Buontalenti e alcuni anni dopo nacque intorno una riserva di caccia: un'enorme bandita recintata da un muro dall'estensione di 4.000 ettari su tutto il versante del Monte Albano, chiamato "Barco Reale". In questo periodo il villaggio di Artimino perse la sua autonomia di comunello rurale e fu unito in un'unica podesteria con Carmignano. Il villaggio divenne una sorta di depandance della villa in cui vi abitavano le persone che lavoravano per essa.