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Catania, 17 giugno 2024 - Sabato 14 giugno la Ferrovia Circumetnea (FCE) ha concluso le corse dalla Stazione Borgo di Catania. Una tratta attiva sin dalla fine dell’Ottocento e che per quasi 130 anni ha garantito la mobilità e i collegamenti con la città di Catania di intere generazioni delle comunità del vulcano Etna.
Il servizio di trasporto con i treni storici della FCE - che resta comunque operativo da Paternó fino a Randazzo e da qui prosegue fino a Riposto (da dove poi, per rientrare a Catania, sono a disposizione i treni RFI) - viene soppresso perché sono in partenza i cantieri nella tratta di Paternò per la realizzazione del servizio della Metropolitana che nei prossimi anni, dopo Misterbianco, raggiungerà anche la città della Rocca normanna. Un ammodernamento del servizio di trasporto pubblico che, nell’arco di alcuni anni, velocizzerà i collegamenti con Catania da tutti i comuni del versante nord-ovest del vulcano Etna. Strategiche per la collettività in tal senso le stazioni metro dell’ospedale Garibaldi, della Stazione Centrale, del centro storico di Piazza Stesicoro e, in futuro, verso i quartieri Cappuccini, Librino e fino all’aeroporto Fontanarossa.
La Ferrovia Circumetnea venne costruita a fine Ottocento per supportare l’economia dei comuni etnei fondata esclusivamente sulle coltivazioni di agrumi, frutteti, uliveti e la produzione di vino dalle vigne del versante nord. Lungo tutta la campagna agrumaria, da novembre a maggio, tonnellate di arance rosse, mandarini e limoni viaggiavano a bordo dei vagoni della Circum per arrivare fino al Porto di Catania attraversando vari quartieri della città.
Il tracciato dei binari in superficie venne dismesso a Catania centro a partire dagli anni Novanta del secolo scorso, lasciando il passo alla moderna rete metropolitana sotterranea che oggi collega velocemente la periferia ovest della città (i quartieri Montepò e Nesima) con il centro storico. Un tracciato destinato ad allungarsi da una parte verso i comuni di Misterbianco e Paternò e in direzione sud verso il terminal dell'aeroporto.
Dopo Napoli, Catania è l’unica città del sud Italia ad avere un efficiente servizio di Metropolitana che ha già radicalmente cambiato le abitudini di residenti, lavoratori, studenti locali e fuorisede, pendolari e turisti. Come documentano i numeri di abbonati e viaggiatori in costante aumento.
Chiusa la Stazione Borgo (sede degli Uffici Direzionali FCE), il viaggio a bordo delle storiche littorine resta operativo da Paternò (raggiungibile con i bus sostitutivi del treno e che fanno capolinea alla stazione metro di Nesima e poi a Montepo) verso Randazzo e il capolinea di Riposto.
Un percorso meraviglioso, in alcuni tratti a passo d’uomo per via di curve e passaggi a livello senza sbarre che attraversano lentamente poderi e giardini privati. Un viaggio immersivo nella natura più selvaggia del vulcano Etna, tra lave da toccare con mano, pareti di fichi d’India, ulivi e, più su, superate Bronte e Maletto immersi nel giallo e dolcissimo profumo della ginestra reso ancora più netto dall’aria di montagna. Si viaggia così lentamente che persino i pastori di guardia al gregge, contadini e operai forestali al lavoro, al passaggio della littorina, incrociando con un sorriso lo sguardo dell'autista e lo salutano con un cenno del capo o della mano. Le distanze tra il treno e la vita reale sono davvero minime. Tutto è rallentato, quasi sospeso nel tempo: come cartoline in bianco e nero. Con questo treno, da Maletto, negli anni Settanta a dicembre arrivava a Catania nel pomeriggio uno degli ultimi "ciaramiddari", i suonatori di zampogna o ciaramella che facevano il giro delle famiglie per suonare la novena davanti al presepe.
Da Randazzo verso Riposto il paesaggio, punteggiato da palmenti e antiche dimore rurali, è quello ordinato e razionale di curatissimi vigneti e terrazzamenti che degradano fino al mare. A Riposto fino a metà del Novecento venivano scaricate le botti di vino dell’Etna spedite al nord Italia e in Francia.
Nel video, che ho realizzato sabato 14 giugno 2024, è la tratta da Catania Borgo fino alla bellissima città di Randazzo e la sosta (golosa e incantanta) davanti alla cattedrale normanna del XIII secolo.
Buona visione
Carmela Grasso