E' uno spunto stra interessante. Il tema l'ho vissuto e ci ho riflettuto da quando sono una fan di Taylor Swift. E' stato sempre difficile essere un suo fan per l'odio e la derisione pubblica. E non capivo perchè era così forte con Taylor. Ora ho compreso: lei si è sempre rivolta a un pubblico femminile e non ha mai rinnegato tutti quegli aspetti femminili anzi li ha sdoganati in molti casi. E più diventava potente più il mondo misogino si sentiva attaccato. Dato che non hanno potere su questo fenomeno che non è destinato agli uomini in primis, allora sminuiscono in ogni modo. Vestirsi per andare al concerto, emozionarsi e gridare = sono solo ragazzine stupide, ma se sei un uomo e ti vesti con la maglietta della tua squadra per andare allo stesso stadio, gridi e ti emozioni per una partita (e magari diventi pure violento) allora è socialmente accettabile. Sminuire ciò che interessa alle donne è un tentativo di esercitare il potere da parte di chi lo sta perdendo. Come non riconoscere il valore artistico al film Barbie, vedi oscar.

"Le ragazze crescono con l'idea che ciò che piace loro sia di serie b, sia da considerare sciocco, frivolo". Quanta verità e rabbia in queste parole: da quando io stessa me ne sono resa conto non posso fare a meno di pensarci e mi sale un'indignazione che fatico a trattenere. Grazie per questo video!

Partedo dall'introduzione da giovane mi sono sempre chiesta come mai gli argomenti o passioni "femminili" venissero sempre definiti stupidi (esempio parlare di scarpe, gossip, fare shopping o parlare di serie tv) mentre argomeni "maschili" altrettanto futili come il calcio, le moto ecc ecc andassero bene. Ora sto trovando riscontro in molte delle cose che ho sempre "sentito" ingiuste ma che non sapevo definire

Grazie per aver condiviso parte di questo saggio, mi ha incuriosita moltissimo e ora corro a procurarmi una copia. È estremamente prezioso il tempo che trascorro sul tuo canale fruendo dei tuoi contenuti. Senza nulla di brillante da dire lascio comunque un commento per ringraziarti. Alla prossima 🌸

E intanto mi sono venuti in mente 1000 aggettivi che è meglio non dire

Nel corso degli anni ho seguito diversi programmi comunemente considerati trash. Per me era semplice intrattenimento e mai mi sarei sognata di divinizzare o imitare chi ci partecipava, ciononostante, e nonostante ben altri interessi, non è mancato chi ha cercato di sminuirmi, di farmi sentire stupida, persino di dirmelo in qualche modo. Ho smesso di vergognarmi di questa parte di miei interessi quando la mia correlatrice, professoressa, ricercatrice, insomma una donna di cultura e di cui avevo profonda stima, commentava in pausa pranzo eventi di gossip, programmi tv di intrattenimento che seguiva e altre cose considerate frivole. Da allora ho smesso di giustificarmi, di sentirmi sbagliata e anche di sottostimarmi per questo. Anche alle donne molto intelligenti piace il cosiddetto trash e non c'è nulla di male.

è sempre bello ascoltare i tuoi excursus! Mi hai sbloccato una serie di ricordi, tra tutti la parola "sgallettate" che era assolutamente l'aggettivo con cui venivano definite le ragazze di Non è la Rai anche dalle mie parti!... Mi sento però di dissentire sul fatto del "nerd" (ugualmente applicabile al nerd uomo o donna, poi nerd donna è un capitolo interessante perché c'è un evidente doppia discriminazione, ma è un discorso troppo ampio), perché forse certi nerd sono diventati fighi nelle serie TV americane, ma nella realtà non è così. Ricordo ancora lo stupore dei miei colleghi (maschi) quando dissi che mi piacciono i videogiochi (e non parlo di FIFA che non ho scaricato neanche quando Sony lo dava gratuitamente) o lo stupore quando "confesso" - perché di questo si tratta - di giocare ai Pokémon. Quanto a Sanremo, in tempi relativamente recenti ci fu l'edizione presentata da Antonella Clerici (secondo me sia lei che la sua conduzione ampiamente sottovalutate), però sicuramente resta sempre lunga l'ombra della "valletta" (e del suo contraltare della donna col monologo, non solo una bella presenza) sulla kermesse.. (oltre a momenti tristemente iconici di maschilismo tra cui Benigni che cerca di andare sotto il vestito di Raffaella Carrà, Chiambretti che cercava di alzare il vestito a Valeria Marini, le "donne che sanno stare un passo indietro all'uomo" di Amadeus in una conferenza stampa, l'inutile bigottismo per la "farfallina" di Belen) ps: su "Ciao Darwin" un'eloquente reticenza :D pps: Pretty in Pink è una pietra miliare e ha una colonna sonora indimenticabile!

Agli uomini è concesso di essere presi sul serio anche facendo le cose più assurde

Ho terminato da poco di leggere, su tuo consiglio, "sottomesse non si nasce, lo si diventa" di Manon Garcia. Non l'ho solo letto, l'ho studiato, riassunto e schematizzato. Una chiave di lettura per il famoso "Secondo sesso" che non ho letto interamente. Te lo scrivo qui per ringraziarti e darti una prova che chi ti segue ti ASCOLTA davvero! Grazieeee. Francesca

Ciao, giusto un’osservazione: non credo sia corretto dire che alle donne viene sempre richiesto di essere “un esempio” in quanto questo si lega ad un’eventuale funzione materna. Alle donne viene richiesto esattamente quello che viene richiesto a tutte le categorie sottorappresentate, ovvero dimostrare il proprio valore nel momento in cui un membro di tale comunità accede ad uno spazio di rappresentazione. È l’idea che il merito dell’uno possa sconfiggere l’altrui scetticismo

Carolina, scusa se vado oltre l'argomento del video: perché hai dovuto cancellare il video in cui parlavi di Non è la Rai? Lo rifordo ed era molto interessante. Se puoi rispondere, ti ringrazio.

Questo video solleva questioni importanti sulla rappresentazione femminile nei media, ma mi lascia con una sensazione di incompletezza. Mentre apprezzo l'onestà con cui la KZfaqr condivide le proprie esperienze personali, non posso fare a meno di chiedermi: stiamo davvero affrontando il cuore del problema? Le "cattive maestre" menzionate hanno indubbiamente navigato in un sistema problematico, ma definirle semplicemente come vittime del patriarcato sembra riduttivo. Queste donne hanno anche esercitato un notevole potere e influenza. Non dovremmo considerare come hanno contribuito a plasmare (nel bene e nel male) la cultura che le circondava? Il concetto di "guilty pleasure" merita un'analisi più profonda. Sì, certi contenuti "femminili" sono stati svalutati, ma non dimentichiamo che anche molti interessi tradizionalmente maschili sono stati derisi. La vera domanda è: perché sentiamo il bisogno di etichettare alcuni piaceri come "colpevoli"? La critica alla rappresentazione delle donne in TV è valida, ma mi chiedo se non stiamo trascurando un punto cruciale: il ruolo del pubblico. Dopo tutto, questi programmi esistono perché c'è chi li guarda. Quale responsabilità abbiamo noi, come spettatori, nel perpetuare certi stereotipi? Mi rendo conto che sia giusto criticare i doppi standard, ma dobbiamo stare attenti a non cadere nella trappola di vedere tutto attraverso una lente di genere. La qualità del contenuto, l'etica professionale e l'impatto culturale dovrebbero essere i criteri principali di giudizio, indipendentemente dal genere di chi li produce. Questo video rappresenta sicuramente un ottimo punto di partenza per una discussione più ampia. Ma per progredire veramente, dobbiamo essere disposti a mettere in discussione non solo la società, ma anche noi stessi e le nostre convinzioni. Solo così potremo sperare di creare un ambiente mediatico più equo e rappresentativo per tutti.

3:21 la danza, ho scoperto che alcuni miei amici/conoscenti lo facevano di nascosto

Ti prego ma no, non puoi paragonare Costanzo con la De Filippi, Costanzo ha portato in italia il talk all'americana e tutti i personaggi che che invitava , fossero famosi, accademici , saltimbanchi o gente comune, avevano comunque qualcosa da dire, un vissuto o una cosa che sapevano fare solo loro ed anche se a volte è caduto nella volgarità tutti riconoscono sia stato un innovatore per non parlare di come si espose contro la mafia...la De Filippi no, ha creato la tv del dolore , con Uomini e Donne ha prima copiato le liti fra familiari che faceva Barbareschi a metà anni '80 , poi l'ha peggiorato ulteriormente invitando stereotipi di uomo e stereotipi di donne che "cerco partner, voglio trovare l'amore" (si come no...), rapporti di coppia macchiettistici , volgarità, sceneggiate immonde, penso che tutti noi abbiamo beccato almeno una volta nostra madre a guardare quell'obbrobrio e l'abbiamo rimproverata "cambia canale che a guardare ste schifezze ti rincitrullisci e basta", ci son state ben altre conduttrici da cui prendere esempio...

Giusto ieri ho dovuto giustificare le mie fanart di Bridgerton, perchè una mia amica mi ha fatto notare che è un prodotto smielato.

Raffaella carra e anche simona ventura e credo la clerici hanno condotto Sanremo e la Carrà credo avesse più di cinquanta anni

4:29 molti ragazzi si vergognano di dire che giocano ai videogiochi o che leggono fumetti, infatti molti fingono ma in realtà lo fanno quasi tutti, i ragazzi non vogliono cadere nella descrizione del nerd che perde tempo

La domanda seria è: gli uomini si vergognano di qualcosa in generale, che non sia collegato al mondo femminile? 😂 Si vergognano se guardano Bridgerton con la compagna, ma non si vergognano di Fast ad Furious 😅

Io mi vergognavo d'amare le sigle dei cartoni animati. Perché se ascolti quel tipo di musica vuol dire che non sei cresciuta, che sei rimasta una bambina. Eppure a me Cristina D'avena è sempre piaciuta. Questo video mi ha fatto riflettere : tutto quello che piaceva a me è sempre stato sbagliato . Forse lo è anche adesso ma ha 41 anni mi posso permettere un Sonoro stí cazzi😊.

Tra l'altro somigli molto a Kelly 90210!!😅

Ah sì Maria Cafagna, colei che mi bloccò anni fa su Instagram, se non ricordo male perché le commentai un post dicendo che il PD non ha la lotta di classe come priorità 😂

Il berlusconismo, nella società italiana, ha fatto molti più danni di quanto non sembri. Comunque, riguardo la seconda slide, ho notato spesso che i prodotti che rivolti a un pubblico femminile vengano spesso sminuiti e con essi, le spettatrici, basti pensare alle reazioni maschili verso il successo di Barbie. Come se invece i prodotti pensati per un pubblico maschile fossero tutti dei dialoghi sopra i massimi sistemi dell'universo. Questa è proprio un'ingiustizia sociale