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Domenica blindata a Rovetta, un dispiego di Polizia e Carabinieri ha presidiato tutta l' area del cimitero, dove si è svolta la commemorazione per l' eccidio dei 43 militi della Legione Tagliamento, che il 28 aprile del 1945, dopo essersi arresi vennero uccisi dai partigiani. Il processo per l' eccidio si concluse nel 1951 e la sentenza stabilì che gli imputati non erano colpevoli perchè la fucilazione fu un' azione di guerra. A fare da cerimoniere della giornata, più partecipata del solito, è stato ancora una volta don Giulio Maria Tam.
In contemporanea, dopo le tante polemiche montate nei giorni scorsi, come ormai risaputo, l'appello è arrivato anche in Parlamento, gli antifascisti de "I Ribelli della Montagna", che già avevano manifestato con l' Anpi a Bergamo davanti alla Prefettura, si sono radunati nella zona del centro sportivo, per dire no a quello che secondo loro "è diventato il più importante assembramento di neofascisti in Italia: è ora che le autorità ne decretino la fine", hanno dichiarato.
Qualche momento di tensione, ma subito rientrato, sulla strada provinciale. I partigiani hanno fatto sentire la loro voce attraverso alcuni canti storici, tra cui Bella Ciao, che hanno cercato di coprire il discorso di un reduce combattente. Musica, cori e discorsi sono poi proseguiti per l' intera celebrazione, monitorata a vista dal notevole dispiego di polizia e carabinieri.
Una commemorazione che ha rispecchiato il rituale delle precedenti. Prima un momento di raccoglimento davanti alla lapide, poi la benedizione e a seguire il corteo all' interno del cimitero dove la Santa Messa in latino, ha concluso la giornata.