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Secondo il medico legale, Elisabetta Di Leonardo venne colpita sette volte con un coltello serramanico tra le 14 e le 14.30 del 23 giugno 1986. Per Nicolò D’Angelo, il dirigente della sezione omicidi che indagò su questo efferato delitto, non c'erano dubbi: la vittima conosceva il suo assassino e lo fece entrare in casa, dove lui la uccise. Fu la fine terribile di una giovane donna che già era salita sull'ascensore che conduceva all'inferno della droga e dell'autodistruzione. Eppure, la sua vita poteva e doveva andare diversamente. Tanti sogni, tante speranze finite in un lago di sangue e perfino disprezzo. L'assasino lasciò su corpo ormai esanime di Elisabetta una banconota da 50.000 lire. Una siringa e delle tracce di eroina poco distante. Su tutto, l'odore nauseante della putrefazione. Ma non fu un omicidio perfetto. Tutt'oggi, c'è chi sa e tace. Tace il nome dell'assassino.