In questa conferenza il professore Esposito ripercorre la storia e la vita di Enrico Fermi.
In apertura della sua conferenza il professore Salvatore Esposito precisa di aver scelto il titolo ``Enrico Fermi e il nuovo tempo della fisica italiana'' per sottolineare che la prima fisica italiana si ebbe con Galileo mentre gli scienziati che seguirono sono tuttora poco conosciuti e fu dopo il 1900, in particolare grazie a Fermi, che si ebbe un nuovo sviluppo e un nuovo tempo della fisica in Italia.
Fermi nacque a Roma il 29 Settembre 1901 e si laureò alla Normale di Pisa nel 1922, poi si perfezionò all'estero e nel 1925 ritornò in Italia dove conobbe Mario Corbino, direttore dell'Università di Roma che si rese subito conto che Fermi era la persona giusta per rilanciare la fisica in Italia.
Come primo passo Corbino fece istituire per Fermi la prima cattedra di fisica teorica in Italia e come secondo passo invogliò i suoi più promettenti alunni della facoltà di Ingegneria, dove insegnava, a passare alla facoltà di fisica. Tra gli studenti che accettarono c'erano Amaldi, Segrè e Majorana, così si formò il gruppo di scienziati di via Panisperna.
In pochi anni Roma divenne il centro di eccellenza di fisica a livello mondiale, tanto che molti studenti e professori andavano a Roma dall'estero e il convegno di fisica nucleare del 1932 fece conoscere ancora di più Roma nel mondo.
Nel 1934 Enrico Fermi e i suoi collaboratori annunciarono che bombardando l’uranio con neutroni avevano prodotto elementi più pesanti dell'uranio. Questo risultato valse a Fermi il premio Nobel nel 1938.
Nello stesso anno la situazione politica sempre più preoccupante, con la promulgazione delle leggi razziali, indusse Fermi a lasciare l'Italia per accettare una cattedra alla Columbia University negli Stati Uniti.
In realtà Fermi non aveva scoperto gli elementi transuranici, bensì la fissione nucleare e sarà Lise Meitner a spiegare per prima questo fenomeno e a rendersi conto che questa reazione era accompagnata dal rilascio di grandi quantità di energia mediante la conversione di parte della massa di uranio in energia.
Nel 1942, nel pieno della seconda Guerra mondiale, il governo americano diede il via al progetto Manhattan per creare in breve tempo laboratori in grado di produrre un'arma atomica prima che i nazisti, impegnati da anni in un programma nucleare, ne costruissero una loro. Il progetto prese il via nella segretezza più totale, si formò una comunità di fisici di altissimo livello, tra cui Enrico Fermi, Leo Szilard e Robert Oppenheimer.
Analizzando le minute di Los Alamos, che riassumevano le riunioni quotidiane, traspare una grande paura, da parte degli americani, che i tedeschi potessero arrivare prima di loro nella progettazione della bomba atomica, che nelle mani di Hitler avrebbe potuto essere devastante, così Szilard decise di scrivere ad Einstein, affinchè si facesse portavoce di questo pericolo con il presidente Roosvelt.
Solo a fine guerra si scoprì che in realtà i tedeschi erano molto più indietro degli americani e che l'unico grande scienziato rimasto in Germania, Heisenberg, in realtà non lavorò mai seriamente sul progetto della fissione nucleare per scopi bellici, come gli era stato richiesto da Hitler, ma cercò solo di prendere tempo.
Se gli americani avessero saputo tutto ciò probabilmente non avrebbero spinto così tanto nella creazione della bomba atomica, per questo dopo la guerra gli scienziati decisero di levare il segreto e fare in modo che le scoperte potessero circolare all'interno del mondo scientifico liberamente.
A cura di Silvia Gambarini
27 Gennaio 2023
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