In questo video, i Pasticciotti vi accompagnano nel Delta del Po, a bordo della Motonave Dalì (www.motonavedali.com), che ci porterà là dove il fiume incontra il mare.
Dopo esserci lasciati alle spalle Porto Garibaldi (FE), da dove ci siamo imbarcati, inizia la navigazione vera e propria verso Nord, costeggiando il lido degli Scacchi, il Lido di Pomposa e il Lido delle Nazioni e proseguendo verso il Lido di Volano, quello più a nord dei 7 lidi ferraresi.
Nel frattempo, i Pasticciotti ne approfittano per godersi la brezza marina, ammirando il paesaggio e ispezionando la motonave.
Incantanti dalla schiuma di mare, che ci riporta alla mente leggende di sirene e di altre creature marine, il nostro viaggio prosegue alla volta dell’Isola dell’Amore, che si trova nel comune di Goro, nel cuore del Parco del Delta del Po, ed è raggiungibile esclusivamente in barca.
La prima cosa che si nota, già in lontananza, è Faro di Goro, costruito negli anni 50 per sostituire l’antico faro che, a causa dei depositi fluviali, si era allontanato sempre di più dal mare.
Incontaminata, libera e selvaggia, l’Isola dell’Amore non è altro che una lingua di sabbia dove le dune cambiano costantemente forma a causa del vento e delle maree. Zona di nidificazione del fratino e di altre specie di uccelli, l’isola dell’amore è una piccola oasi di biodiversità e Nel 2007 è stata indicata come una delle tredici migliori spiagge italiane da Legambiente.
Una volta sbarcati sull’Isola, abbiamo percorso un lungo sentiero costeggiato da cespugli di more di rovo. La tentazione di raccogliere i frutti più maturi era così forte che non abbiamo potuto farne a meno!
Nei pressi del faro, un cartello ci ha indicato la direzione per la spiaggia, dove ci siamo rinfrescati con un lungo bagno in mare. Scordatevi ombrelloni e stabilimenti balneari! In quest’oasi di pace e tranquillità ci sono solo ripari naturali, fatti di legni e rami che hanno nuotato in mare fino ad arrivare alla spiaggia, dove l’unica costruzione presente è il faro.
Dopo esserci asciugati e rivestiti, siamo tornati a bordo della Motonave, dove abbiamo visto il punto esatto in cui il fiume incontra il mare.
La navigazione è poi proseguita in territorio veneto, verso la Sacca degli Scardovari, una laguna racchiusa tra le foci del Po di Gnocca e del Po delle Tolle.
Questa zona di passaggio tra l’acqua dolce ed il mare prende il suo nome dalla “scardova”, un pesce che nel ‘700 era molto presente nella zona. Il termine “sacca”, invece, individua un’insenatura che comunica con il mare aperto attraverso una bocca lagunare.
Tra queste acque, nel 1780 si stanziò una piccola comunità di pescatori, che sfruttando le particolarità del territorio e in perfetto equilibrio con esso, si è dedicata alla pesca di pesci d’acqua dolce come principale fonte di profitto e sostentamento.
C'è una diga sommersa, che ha la funzione di fermare nella parte bassa l’acqua di mare, che altrimenti risalirebbe il fiume danneggiando le colture con la sua salinità. In questo modo, il libero passaggio nella parte superiore è consentito solo all’acqua dolce.
Intanto, la fame si fa sentire e il capitano ferma la motonave in una piccola laguna, tra canneti e gabbiani che si fanno trasportare nell’acqua da un caldo venticello.
Ed eccoci serviti! Il primo piatto è un risotto alla marinara con riso superfino Carnaroli del Delta del Po. Le porzioni sono abbondanti ed è previsto anche il bis! Il secondo piatto, invece, è una deliziosa frittura mista di pesce appena pescato e verdure. Dopo il caffè accompagnato dalla ciambella ferrarese, comincia il viaggio di ritorno. I gabbiani si alzano in volo e ci seguono per un po’, quasi volessero salutarci.
Ed eccoci di ritorno a Porto Garibaldi, un po’ stanchi ma molto felici di aver visto da vicino il delta del po in tutta la sua meraviglia!
Ciao a tutti e..al prossimo video!
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