E' stato un 2013 molto attivo, come del resto accade già da tre anni sulla cima dell'Etna. E' una fortuna che il vulcano riesca a dare sfogo alla sua energia solo dai crateri sommitali, senza interessare i bassi fianchi che tanti disagi potrebbero causare all'attività atropica.
Il rosso lo si vede spuntare fin da subito, con delle attività esplosive di tipo stromboliano sia al Cratere di Sudest che alla Bocca Nuova. In quest'ultimo cratere il 16 gennaio si ha un primo evento parossistico, diverso da quelli contornati dalle alte nubi di cenere e le colate a cui ci ha abituato il Sudest, con qualche brandello che supera in altezza la voragine e appare come un rossore pulsante. Il 18 gennaio avviene la seconda replica dell'evento, e ne seguiranno altre cinque fino al 9 febbraio.
Il 19 febbraio tornano le fontane di lava al Cratere di Sudest, ancora definito "Nuovo" ma sempre più vicino ad equipararsi al "Vecchio". Il vulcano prende la rincorsa e neppure 24 ore dopo la fine di questo evento da vita ad un altro parossismo vulcanico. In un continuo rincorrersi degli eventi, il 20 febbraio avviene il terzo, appuntamenti che avvengono con un ritmo impressionante. Il 23 febbraio le fontane toccano i 900 metri d'altezza, e la complicità del vento forte fa si che dei lapilli di dimensioni decimetriche arrivino fino alla zona di Monte Baracca, a 6 km dal cratere.
Il 28 febbraio al già rovente concerto dell'orchestra sommitale si aggiunge la Voragine. Una violenta attività stromboliana con getti di materiale fino a150 metri sopra l'orlo. Seguiranno diverse reiterazioni dell'evento.
Intanto continuano gli eventi esplosivi del più giovane dei crateri sempre attivi, in più occasioni si assiste a parossismi dalla potenza impressionante, con getti di lava che a volte toccano i mille metri e bombe che oltrepassano la distanza della Bocca Nuova, insinuandosi all'interno della Voragine.
Agli inizi della primavera il grosso apporto di magma arrivato dal profondo nei mesi precedenti, comincia a dimostrarsi scarseggiante e si hanno episodi caratterizzati da lunghi tempi di gestazione. Prima dell'estate tutto si assopisce, il 27 aprile l'ultimo evento parossistico e poi svariati mesi di silenzio. Il cono del "Nuovo" Cratere di Sudest si è gradualmente costruito fino a raggiungere un altezza di 3230 metri, appena un centinaio di metri in meno rispetto alla massima cima dell'Etna.
Il 5 settembre parte del fondo della Bocca Nuova collassa, lasciando una grossa voragine dove si erano accumulati i prodotti degli eventi parossistici dell'inizio dell'anno. Intanto riprende una modesta attività stromboliana al Cratere di Sudest, che dura diverse settimane, alternando periodi di totale assenza di esplosioni a vivaci getti di materiale fuso alti oltre 250 metri.
Il ritorno in scena di questo cratere avviene il 26 ottobre, con un nuovo parossismo vulcanico che viene illuminato da un alba dai colori brilanti. A sei mesi di distanza dal 27 aprile, ricomincia il ciclo eruttivo. E stavolta una novità importante viene fuori dall'unica bocca finora rimasta attiva: il Cratere di Nordest. Fuoriescono esplosioni violente ed una nube di cenere pulsante. Contemporaneamente sono attivi con esplosioni interne anche la Voragine e la Bocca Nuova, quest'ultima da vita anche ad un esplosione con un piccolo flusso piroclastico di ricaduta sul versante occidentale. Sono contemporaneamente attivi tutti e quattro i crateri sommitali, una cosa che non succedeva da oltre 10 anni. La lava del Cratere di Sudest stavolta trabocca dall'orlo sud-occidentale, riversandosi copiosamente sulla zona dell'ex rifugio di Torre del Filosofo, che dopo il 2002 era già stato sepolto dal materiale piroclastico emesso dagli allora attivi Crateri Barbagallo. L'unica cosa a rimanere di quella struttura è l'antenna di trasmissione dati sulla cima dell'edificio, ma l'11 novembre un nuovo evento eruttivo mette la parola fine alla struttura, seppellendo anche l'antenna.
Il 23 novembre avviene un evento estremamente esplosivo, con ricaduta di materiale grossolano su tutta la costa nord-orientale della Sicilia. Nella zona del Rifugio Citelli il bombardamento di lapilli è talmente potente da danneggiare vistosamente alcuni veicoli che circolano sulla strada Mareneve.
I parossismi della seconda metà dell'anno derivano da un nuovo apporto di magma dal profondo, avvenuto durante l'estate, e che comincia ad affievolirsi dopo il 23 novembre. Seguono infatti episodi minori, che più che di "attività parossistica" hanno l'aspetto di "eruzione terminale" con attività esplosive ed effusive di durata anche di 2-3 giorni consecutivi. Il 30 dicembre il picco dell'ultimo evento eruttivo del 2013, il 21° dall'inizio dell'anno.
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