안녕하세요, 저는 한국 비디오를 좋아합니다! Seguo Marco di Seoul Mafia e Persi in Corea, da anni, adoro la Korea...

Ma il secondo canale come si chiama??

@@Justin-yo5ve Lorenzo Prattico

Ma 8 giorni e 5 notti come è possibile?

@@medaglia_al_vapore la prima notte la passi in bianco, ahahah

🤣🤣🤣🤣

FALLO

@@riccardobasile2779 ahahahah! Rigore! Sei arrivato adesso?! Benvenuto!

dici che le ferie le da anche a me? 🤣

@@Prattquello dipende da quanto riesci ad essere persuasivo 😅

è assolutamente da provare

Daje Già! A Londra ci passiamo sicuro

Per londra vedi i video dei Cosa mangiamo Oggi

@@nicorn9070 no dai, resto fedele al Pratt 🤣

grosso come lui c'ho solo la fame

grazie Mattì ♥

per il Giappone sarei proprio contento. Daje Mà che non manca molto 🍽

@@Prattquello casomai BELLA Zi si dice SUTEKINA ONISAN ✌️✌️✌️

@@monkeydmariano ma dai! Leggo ora, e noooo! Devo fregare le mie amiche nippo😄❤️

@@caterinacastronovo7610 😂😂😂😂🇯🇵🇯🇵

Si

accettata subito

Scusa la piccata, ma sento di dovere intervenire. Senza nulla togliere alle tue definizioni, temo risentano di una correzione superficiale se non proprio approssimativa. Credo che nello specifico, il lemma più coerente sia gusto. Perché, lo puoi verificare da Treccani ad esempio, o un vecchio Devoto-Oli, gusto è tanto il nome di uno dei 5 sensi quanto il sostantivo originario della famiglia del senso. Ovvero, aggettivo ("gustoso") e verbo ("gustare", e paradossalmente la prima persona singolare del presente indicativo suona proprio, e pure si scrive "(io) gusto". Al netto di tutto ciò, scommetto che conosci i climax grammaticali, non solo stilistici, per cui mi aspetto che non debba io spiegarti che "sapore" (da "sapere") ha a che fare con un atto iniziale, mentre "gusto" (da gustare, e qui rientra il senso del gusto appunto) è un atto più penetrante. Non facciamo filosofia del linguaggio, per carità, ché Wittegenstein non è morto ieri e credimi è la croce di ogni linguista come me; però, visto che hai iniziato e mi pare sei un "precisino" ti ricorderai senza sforzo che dal sapere viene il sapore (sapere come esperienza, infatti resta l'eredità nella parola "assaggiare", dare o avere un "saggio" di) cioè una sensazione che si allaccia a un lavoro mentale prevalentemente o di memoria o di associazione; gustare invece evoca il senso suo proprio quindi va nello specifico, richiede analisi e confronto, anche con altri sensi: vedi mai Lorenzo che prima di mettere in bocca osserva, annusa, tocca, e infine "gusta"? Solo per saperne parlare, mi piace bere (alcolici, con misura) per cui li gusto facendo sì che dall'olfatto (anche coi vini è importante) io pizzicavo e infine areavo, facendo sì che inspirando dalle narici l'aria creasse un umore all'interno della cavità orale in cui il vino potesse espandere per tutti i cinque passaggi della lingua, che toccasse il palato e che arrivasse al velo palatino, in fondo prima dell'ugola, affinché ne conoscessi pure il retrogusto. Io non sono informata di cosa accade all'interno della bocca di Pratt, ma quello che introduce al boccone fa supporre (a chi ne sa pochino) che c'è uno studio dietro, analizza, compara e ne trae una sintesi, che è la sua parola sul boccone. Quindi lui giustamente, "gusta"; se poi, pure assapora, noi lo capiamo quando riesce a concludere dicendo che "non è il minestrone di tua nonna", facendo quindi un passaggio alla memoria del gusto, di cui già il simpatico Marcel Proust ha ampiamente dibattuto per colpa di una stupidissima Madeleine! Sintesi: ha ragione Lorenzo Prattico.

@@caterinacastronovo7610 non usa mai “gustare”, ma “ha il gusto di…”. Per quanta filosofia si faccia e per quanto i lemmi derivino da, “ha il gusto di” non è italiano. Hai mai sentito qualcuno che dice “ha la vista di” per dire “sembra a” oppure “ha l’olfatto di” per dire “profuma/puzza come”? Ecco, non sono un precisino che si affida alle pagine di filosofia del linguaggio o di semiotica, ma in parte all’esperienza personale, in parte al senso più comune e alla lingua italiana in generale. Non c’è bisogno di smuovere Witt. o Proust, o Chomsky o Tertulliano etc. Basta comparare la frase e sostituire il senso con uno degli altri cinque per capire che è un errore. Così come lo è dire “il dentro” al posto di “l’interno”.

@@riccardocostanzo3391 intanto bravo, vedo che sai argmentare. Poi ti dico pure bene, e io aggiungo che questa generalizzazione agli altri sensi (visto che parliamo anche di Chomsky) è un'estensione errata, quella che nella dualità appunto Chomsky - Jakobson venne per un po' di tempo fatta passare per "ipercorrettismo" e che ovviamente non è giusta. Non te la prendere, non voglio prevalere sul tuo punto di vista, desidero solo farti sapere altre cose, che farebbero pensare che sei stato frettoloso. Ti spiego perché: in italiano sì, l'ho sentito e si dice "ha la vista di uno che piace", per intendere ha l'aspetto, quindi come ti stesso riporti, "sembra". È usato da una certa fetta di letteratura del versante mitteleuropeo, filtrato dai romanzi americani in cui si traduceva il testo contenente appunto "he/She has the sight", che loro stessi usavano proprio per rendere il mitteleuropeo "avere la vista di". Nel linguaggio di un certo livello, medio estensivo per lo più, si usa come italiano regionale ma non incolto appunto per via del precedente uso letterario. È giusto dirlo? Ti dirò, io direi di no, se non per il fenomeno dell'assimilazione, ma questo è un altro concetto e non apriamolo. Dico però che se dietro "vista" ci sta tutto il lavoraccio di "gusto" o semplicemente vi si allude, anche se inesatto nel contesto di una discussione al bancone di un pub, bè, lo lascerei passare. Da qualche anno poi, stiamo "usando" il tatto per la descrizione di effetti e rimandi che il senso del tatto appunto evocano su di noi. Solo che come la mitteleuropea "ha la vista di" chiediamo conforto/liberatoria dal prestito alla lingua straniera, nello specifico, inglese. Considera allora quella combinazione di tessuti industriali che riproducono al tatto l'effetto di una fibra naturale ma che sempre agli esperti, fanno "sentire" qualcosa di contaminato. Ascolteremo allora commentare che "l'abito ha un modello fluido, con un tessuto che al touch ricorda seta e invece è satin" ... Ecco che touch, in questo contesto riesce a renderti l'idea del "tocco", del contatto epiteliale da cui derivano le trasformazioni emotive e non legate al senso del tatto. Caro Riccardo, permettimi di dire che ammiro la tua determinazione a difendere il tuo punto di vista. Ma molto comunemente usiamo dividere "gusto" da sapore proprio perché qualcosa potrebbe "sapere" di X ma non esserlo. Ad esempio, un hamburger rosa, "sa" di bonbon alla crema ma evidentemente non lo è. Mi pare che pure Lorenzo adoperi la dualità con un panino, se non ricordo male, dicendo che sapeva "di cialda", però non sono sicura (per correttezza riascolterò ed eventualmente faccio e.c.) . Diversamente, in gelateria, non troviamo i "sapori" ma i gusti di. Ciò vuol dire che assaggiando riconosciamo (sempre il solito atto del primo tratto dell'apparato digerente, ma intessuto di operazioni complesse) che quello è il gusto limone! La lingua intesa come idioma, è roba mobile: subisce e restituisce contaminazioni e prestiti in tutti i tempi e in ogni luogo. Fatta per gli uomini, segue le sorti degli uomini, talvolta accorciando un significato, mutilandone l'uso proprio, talaltra estendendo fuori controllo le dinamiche che nemmeno la riguardano. Resta il fatto che sei una bella testolina pensante e mi è piaciuto molto confrontarmi con te. Bonne journée🌹

@@caterinacastronovo7610 scusa, ho bevuto qualche spritz (9) e mi sembra un po’ complesso. Il mio coinquilino che è professore a Trento non fa lavatrici in casa e mangia sempre fuori, non è capace di cucinare, farsi la lavatrice e pulire in casa, infatti è uno schifo. Chi ha studi universitari non ha nessuna stima dalla mia parte. Teorie su teorie, tutta merda, bisogna imparare a vivere. Leggerò la tua risposta quando avrò tempo, io smonto palchi e lavoro per mostre oltre che in hotel a 5 stelle

@@riccardocostanzo3391 9 spritz e non ne offri manco 1? Scherzo! Ascolta, io sono della tua stessa idea, "bisogna imparare a vivere"! Ed è vero che non sono le filosofie, le belle parole, le grandi pensate. .... Tutte le arie di questo mondo, non sono e non saranno mai in grado di realizzare la vita vera. Non conosco il tuo coinquilino, e non conosco te; e tu non conosci me. Bene! In mezzo a tanta ignoranza ti dico solo, io ho un percorso esistenziale per il quale posso arrivare a dire si miei ragazzi: nessuno di voi diventi professionista se non lo vuole fare. Per essere onesti, io manco l'insegnante volevo fare, ma vabbè, è un'altra storia. Il punto è che te che lavori a smontare i palchi e in albergo non hai assolutamente nulla di meno di me che dico qualcosa a 9 classi. L'importante è non discriminare, anche cullando un pregiudizio: se il tuo coinquilino appare un "nullafacente", ti dico che non tutti siamo così che si insegni a Trento o a Lampedusa. E allo stesso modo, se ti ti spezzi la schiena coi tuoi lavori non puoi essere giudicato male solo perché qualcuno che fa quello che fai tu, lo fa male e contagia la categoria. Il mio "discorso" era solo il "mio" discorso, e basta. Ho detto la mia, l'ho difesa ma ho trovato le stesse reazioni dall'altra parte. E tutto qui. Io sono dell'idea che gli orizzonti di devono allargare per essere più sereni possibile. Altrimenti, gli spazi ristretti (anche a livello mentale) rischiano seriamente di farci essere il peggio di noi

In Oriente c'è sempre stata diffuso l'uso della mascherina anche da prima del covid

il miglior commento

@@Prattquello ci sono stato anni addietro in Giappone e abbiamo preso un hamburger di 9 piani ispirato a Evangelion, poi ribattezzato Final Destination Burger

@@Prattquello perché era talmente unto da dare il colpo di grazia alle coronarie

Li vendono, purtroppo.

@@caterinacastronovo7610 ma cone animale o

@@luigisorrenti1938 io credo (spero fortissimamente) come animale. Non so dai coreani che ho frequentato io, che loro abbiano la cultura alimentare dei...nostri amici pelosi. Almeno, chi conosco io mi hanno detto che loro i cani non li mangiano. Per dirla tutta, ho lavorato per l'università degli stranieri sia a Roma sia a Palermo e in quest'ultima in particolare mi hanno fatto avete studenti Erasmus dell'università di Sisu, Cina meridionale. Ebbene, gli studenti di là nemmeno loro mangiavano cani. Però io credo che più di me ne sappia parlare Lorenzo. Lui ha vissuto in luogo, e ha frequentato i luoghi gastronomici più formativi. Se mai leggerà, spero ci dia risposta. Io spero proprio che non facciano del male a nessun animale (io non riuscirei a mangiare neanche carne di cavallo!) anche se so che sia per gli orientali sia per gli australiani i nostri animali domestici non vengono visti come animali da compagnia ... 🤷Nn so, vediamo se Lorenzo ci aiuta a capire...

@@caterinacastronovo7610 grazie mille

@@luigisorrenti1938 e di che? 🥰

e buon appetito Ale!

Pure al McDonald's qua anche solo panino tipo Big Mac o Crispy paghi uguale ed è grande uguale