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Ferrara - Il Tempio di San Cristoforo alla Certosa fa parte integrante del cimitero monumentale della città. Borso d'Este nel 1452 volle che a Ferrara fosse costruito un grande monastero ed invitò per tale fine i monaci di Grenoble, dell'ordine certosino. Come da tradizione dell'ordine, si scelse un luogo isolato, lontano dal centro cittadino. Solo vari decenni dopo, con l'Addizione Erculea voluta da Ercole I d'Este ed affidata all'architetto di corte Biagio Rossetti il complesso venne a trovarsi vicino al nuovo baricentro cittadino e compreso all'interno delle mura di Ferrara.
La chiesa recente venne edificata a partire dal 1498, accanto al primitivo luogo di culto. Il tempio rappresenta l'opera più matura di Biagio Rossetti anche se per alcuni studiosi i documenti storici non ne suffragano in modo certo la paternità. L'apertura al culto fu possibile solo nel 1551.
I monaci vennero espropriati della chiesa e del monastero con le soppressioni napoleoniche. Acquistata dal comune di Ferrara venne riaperta al culto nel 1813 e l'area adiacente fu destinata a cimitero pubblico, che divenne monumentale. La chiesa primitiva e il chiostro vennero in seguito abbattuti per costruire un portico che caratterizza la piazza antistante. Fu gravemente danneggiata durante la seconda guerra mondiale ed andarono distrutti il campanile, la copertura dell'abside ed il frontone sud del transetto. Già a partire dal primo dopoguerra e per tutto il XX secolo è stata oggetto di diversi interventi di restauro e consolidamento. L'interno è grandioso, a navata unica e con sei cappelle laterali. I bassorilievi marmorei collocati alle basi dei pilastri sono dell'inizio del 1500 e raffigurano imprese araldiche della casata estense, in particolare quelle di Borso d'Este (paraduro, pozzo, unicorno), Ercole I (diamante, quercia, idra), Alfonso I (granata). Sono presenti anche molti simboli religiosi certosini.
Nella chiesa sono conservate opere di Nicolò Rosselli, Ludovico Carracci, Agostino Carracci, Sebastiano Filippi, Francesco Naselli, Giacomo Parolini, Giuseppe Antonio Ghedini e di altri pittori ferraresi del tardo Cinquecento. Sull'altare maggiore è presente un pregevole ciborio ligneo, progettato dall'architetto Nicolò Donati e realizzato nel 1597 da Marc'Antonio Maldrato. Il coro ligneo da 56 stalli a tarsie prospettiche è attribuito a Pier Antonio degli Abbati e proviene dalla chiesa di Sant'Andrea. La facciata esterna è incompiuta e pare fosse destinata ad accogliere un rivestimento marmoreo. Nel Settecento fu aggiunto il monumentale portale marmoreo sormontato dallo stemma dell'ordine certosino, realizzato su disegno di Gaetano Barbieri dai veronesi Pietro Puttini e Francesco Zoppo (i due putti).