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Produzione Associazione vivere la montagna. Luca Bettosini e Francesca Reichlin. www.montagna.ch.
Tempo: Circa 3 ore
Dislivello: circa 200 metri
Il quartiere di Odogno corrisponde in gran parte alla valle del fiume Capriasca; i quattro nuclei che lo compongono (Bettagno, Lelgio, Odogno e Pezzolo), sono da sempre chiamati “i paesi della Valle”. Nei boschi di Lelgio si trovano moltissimi massi cuppellari (oltre 20) e in questa gita ne vedremo una quindicina.
Sul Gigante di Mongarin è difficile salirci sopra e non ci sono incisioni, ma sulla roccia su cui poggia il bizzarro macigno si leggono almeno 50 coppelle, grandi piccole e alcune estese quanto un tegame! Molto interessanti sono le rocce che affiorano ad un centinaio di metri dal Gigante, in zona Piazzaroca, dove sono incise parecchie coppelle di cui alcune cerchiate, rarissime e molto strane! Una di queste rocce incisa nel Medioevo, forse durante la divisione degli alpeggi della Capriasca attorno al XIV secolo, è stata usata come termine di confine tra i Comuni di Cagiallo e quello di Sala. Verso la metà del secolo scorso venne aggiunta dai nostri geometri la croce dipinta di rosso come termine di confine tra i due comuni. I tre grandi massi erratici (il Gigante e le due Balene) furono abbandonati dal grande Ghiacciaio del Ticino che nel Bellinzonese si divideva in due rami: il principale continuava il suo percorso verso il Lago Maggiore e l’altro, molto più piccolo, attraversava il Passo del Monte Ceneri e scendeva nel Luganese.
Al grande Posteggio (660 m) situato prima del nucleo vecchio di Lelgio (Val Capriasca) si prende la strada sterrata che sale verso Est, In Nolina (720 m circa). Qui si abbandona la sterrata per prendere l’antica e impressionante mulattiera - in gran parte selciata - che saliva verso Nord ai monti… Quando a lato della mulattiera selciata inizia un poderoso muro a secco, si scende verso sinistra fino a Piazzaroca dove si trovano 4 massi cuppellari. Da qui si prosegue fino a Mongarin (750 m), un piccolo maggengo con un grande cascinale. Ad un centinaio di metri di distanza (verso Nord-Ovest), sul bordo di un poggio roccioso si trova un macigno che sembra sospeso nell’aria, noto come il Gigante di Mongarin (772 m) A circa 150 metri a Nord del Gigante di Mongarin si trova un altro enorme masso erratico: la Balena nera e altri massi con coppelle.
Il rientro, dalla Balena nera, avviene per un altro antico sentiero dove si trovano due massi cuppellari appena scoperti. Per concludere, se si ha ancora tempo, si visiterà la chiesa di Santo Stefano di Tesserete.