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La società costringe gli individui ad apparire rispettabili, obbedendo a precisi codici di comportamento; ma, in realtà, nessuno intende infierire sulle debolezze umane, soffocare le passioni, impedire rapporti extraconiugali: tutto è permesso purché si salvino le apparenze, e ognuno possa mostrare tranquillamente «il pupo», il burattino rispettabile che s’è costruito e che gli altri gli impongono. . È sostanzialmente quanto sostiene il vecchio scrivano Ciampa appena ha il sospetto che la Signora Beatrice Fiorìca intende rendere pubblica la relazione della sua giovane moglie col marito di lei, e suo superiore, Cavalier Fiorìca. Egli afferma che al mondo tutti sono «pupi»: «Perché ogni pupo, signora mia, vuole portato il suo rispetto, non tanto per quello che dentro di sé si crede, quanto per la parte che deve rappresentare fuori».
La traduzione napoletana di Eduardo, ricca di espressioni e modi gergali, di connotazioni semantiche, di locuzioni idiomatiche, di modi di dire peculiari, per la carica emotiva della dimensione domestica colloquiale, risulta non un meccanico trasporto lemmatico, ma una legittima ’rincarnazione’ nel più
autentico parlato della originaria versione siciliana.
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1981. RAI
EDUARDO: Ciampa
ANGELICA IPPOLITO: Beatrice
MARIA FACCIOLÀ: La Saracena
LUCA DE FILIPPO: Federico
CHIARA TOSCA: Delina Ciampa
ARMANDO MARRA: Commissario Spanò
GIULIANA CALANDRA: Assunta
HILDE RENZI: Nannina
Regia di EDUARDO DE FILIPPO