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dal libro ORCHIDEE, STORIE & PERSONAGGI 4° edizione, pag 572, € 25 acquistabile da www.orchideria.it o amazon:
Le orchidee si rinvasano in tre occasioni:
1 -Se il vaso è diventato eccessivamente piccolo rispetto alla pianta.
2 -Se la corteccia in cui è coltivata si è degradata (col tempo si decompone e ogni 3, massimo 4 anni* va sostituita, tenete presente che quando acquistate una pianta fiorita la corteccia ha già almeno un anno e quindi dopo 2, massimo 3 anni va sostituita), quando la corteccia inizia a decomporsi, man mano le radici nel vaso iniziano a marcire e contemporaneamente la pianta produce molte radici esterne al vaso, quando tutte le radici nel vaso sono marce la pianta sopravvive con le radici esterne, se non si rinvasa al più presto la pianta gradualmente deperirà
3 -Quando la pianta ha problemi, ad esempio quando le radici sono marce, in questo caso occorre un rinvaso d’emergenza per salvare la pianta.
Per prima cosa togliete la pianta dal vaso, se non esce facilmente rovesciate la pianta e tenendola con una mano battete il bordo del vaso sul tavolo, il vaso si staccherà facilmente e la pianta vi cadrà in mano, foto 1, 2 e 3.
Per il rinvaso rimuovete la corteccia vecchia e togliete tutte le eventuali radici marce e se su qualche radice avete dubbi, togliete! Questo lavoro si fa mediamente ogni 3 anni per cui è opportuno fare un’accurata pulizia, e poi ricordate che “il medico pietoso fa la piaga purulenta” perciò se su qualche radice avete il minimo sospetto, nell’incertezza togliete! foto 4 e 5. Per evitare di trasmettere patologie da una pianta all’altra il bark deve essere nuovo ed i materiali utilizzati per il trapianto: vasi, tutori ecc. devono essere nuovi o lavati perfettamente, disinfettati con candeggina e risciacquati.
Una buona norma è di stendere un vecchio giornale sul tavolo ed eseguire il trapianto sopra il giornale, terminata l’operazione si butta il giornale in cui si saranno raccolti tutti i residui dell’invasatura: vaso, corteccia e tutore della pianta trapiantata, dividendo poi i rifiuti in umido, plastica, carta ecc. per la prossima pianta stendete un altro giornale e così via. Forbici e coltelli vanno disinfettati con una soluzione di candeggina al 50 % (metà candeggina e metà acqua) e l’operazione va ripetuta ad ogni trapianto. Il grande Lecoufle consigliava di lavare le mani con acqua e sapone tra una pianta e l’altra.
(....)Prima di utilizzarla la corteccia dev’essere ben bagnata, magari mettendola a bagno per un giorno, poi non si bagna fino a quando le radici cominciano ad allungarsi, se fa molto caldo si può mitigare con frequenti spruzzature sulle foglie. Non bagnando per circa una decina di giorni facilita la cicatrizzazione delle radici tagliate durante la preparazione al trapianto e si stimola la crescita delle radici che andranno a cercare l’acqua. Si ricomincia a concimare solo quando le radici avranno iniziato a “far “presa” sul nuovo vaso.
Di solito i principianti usano vasi esageratamente grandi, il vaso deve essere proporzionato alla pianta, per le Phalaenopsis di taglia commerciale si usano vasi di 12-13 cm di diametro, per piante particolarmente grandi 14-15 cm.
Il nuovo vaso deve contenere la pianta nei prossimi tre anni, per le orchidee monopodiali, come le Phalaenopsis, si userà un vaso della stessa grandezza del precedente o leggermente più grande,
Una volta stabilita la dimensione del vaso si mette un pochino di bark sul fondo, fig. 4, quindi si infilano le radici e si aggiunge bark, se le radici sono molte si fanno scendere lentamente le radici nel vaso non spingendo verticalmente ma si fa scendere piano piano ruotando la pianta sempre aggiungendo bark fino a riempire il vaso, fig. 7, 8 e 9.
Generalmente le piante oltre alle radici nel vaso hanno anche qualche radice esterna, queste radici sono diverse da quelle nel vaso, hanno molto più velamen (la parte bianca delle radici costituita da uno strato di cellule morte che ha la funzione di una spugna e quando è bagnata tende al verde e al grigio-argento quando è asciutta), se queste radici esterne si mettono nel vaso tendono a marcire per cui o si lasciano fuori dal vaso o si tagliano.
Il colletto, il punto d’attacco delle radici alla pianta, deve essere “a livello” e non annegato nel bark fig10, quindi si pressa sui bordi verso l’esterno, fig. 11, e si assesta dando al vaso dei colpetti sul banco fig. 12, ed il rinvaso è fatto.
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