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IL TURISMO DEI CAMMINI TRA LA LIVENZA E IL TAGLIAMENTO
Viaggiare a passo d'uomo significa darsi l'opportunità di una vera discesa nell'ambiente, naturale, culturale ed umano, che si attraversa. Prendersi il tempo necessario per capire, conoscere e assaporare.
Un modo di intendere, se non la vita, quantomeno i periodi di vacanza, che sta facendo sempre più proseliti nel mondo occidentale e che ha visto negli ultimi anni il proliferare di tendenze come lo slow travel e l'undertourism, il viaggio lento e il turismo alternativo, a cui si aggiunge il turismo di prossimità, che in un Paese come l'Italia sarebbe peraltro un peccato non incoraggiare.
Ci sono angoli della nostra Penisola, contigui o appena un poco discosti dalle grandi mete del turismo nazionale ed internazionale, che meriterebbero maggiore considerazione e visibilità. Tante destinazioni insolite, misconosciute e sottostimate, dove fare incontri e scoperte sorprendenti.
Il turismo dei cammini ha anche questa missione: è un modo alternativo per scoprire luoghi alternativi.
Il Friuli è sempre stato nei secoli un luogo di transito. Per la sua conformazione fisica e la sua collocazione passavano di qui pellegrini e mercanti, popoli ed eserciti, che da oriente o dal settentrione scendevano verso l'Italia ed il Mediterraneo.
Tra la Livenza e il Tagliamento, ossia nel territorio noto come il Friuli Occidentale, molti segmenti di quelle antiche vie sono stati recuperati ed oggi si intrecciano a formare una trama di itinerari, vecchi e nuovi, che combinano più interessi: quello devozionale, come sovente accadeva anche in passato, quello culturale e naturalistico.
San Cristoforo era l'antico ausiliatore che proteggeva i pellegrini ed i viandanti, oggetto di grande devozione in tutto il Friuli, che è appunto terra di valichi e di guadi. A lui è dedicato il cammino omonimo. Circa 450 km, considerando anche le digressioni per visitare ulteriori punti di interesse, che si dipanano trasversalmente ai piedi delle prealpi pordenonesi e, lungo il suo asse longitudinale, dal pedemonte verso la stessa Pordenone.
Ma il Friuli Occidentale è percorso da un reticolo di altri itinerari. C'è il Cammino di Sant'Antonio, che scende lungo la sponda destra del Tagliamento, c'è la Romea Strata Allemagna con tutte le sue digressioni, ed altri cammini minori come il Sentiero Frassati e di “10.000 passi di salute”.
Di questo parla il documentario “In cammino nel Friuli Occidentale”, mediometraggio di 50 minuti, che svela la ricchissima offerta del territorio dell'ex provincia di Pordenone nel settore del turismo dei cammini. Il progetto, che nasce da Piergiorgio Grizzo, giornalista e sceneggiatore specializzato nella divulgazione storica, e dall'Associazione La Voce di Pordenone, storico editore dei periodici La Città e Piancavallo e Dolomiti Friulane Magazine.