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Ogni anno, vengono sversate nel Mar Mediterraneo circa 600mila tonnellate di idrocarburi, senza contare gli sversamenti accidentali da piccole imbarcazioni. L'inquinamento chimico è un problema gravissimo per gli habitat marini: soffoca le specie viventi oltre a disperdere nell'ambiente tonnellate e tonnellate di materie prime che, coi metodi di raccolta tradizionale, non possono essere recuperate. Abbiamo parlato di questo tema con Alessandro Taini, CEO di T1 solutions, azienda che ha messo a punto un sistema di raccolta degli idrocarburi attraverso la realizzazione di speciali spugne riutilizzabili fino a 200 volte, che recuperano quasi il 100 per cento del materiale sversato. Abbiamo incontrato Taini a Ecomondo, fiera internazionale dell'economia circolare.
"Abbiamo potuto testare il prodotto alle Isole Canarie, dopo uno sversamento. Qui abbiamo dimostrato che il materiale è altamente performante, soprattutto rispetto ai mezzi meccanici inizialmente utilizzati dal governo spagnolo", ha raccontato Taini. "Il risultato è stato poi anche pubblicato su una ricerca universitaria indipendente: i mezzi meccanici hanno raccolto, in tre giorni, 500 chilogrammi di idrocarburi, con una percentuale del 50% di acqua e del 50% di olio; il nostro materiale, in due giorni, ha invece recuperato quasi integralmente 60 tonnellate di idrocarburi, che si possono reimmettere sul mercato senza estrarre nuove materie prime".
Il CEO di T1 è stato tra l'altro ospite dell'incontro Water defenders alliance: soluzioni concrete, misurabili e science-based per difendere i nostri mari, che si è svolto durante l’ultima edizione di Ecomondo lo scorso 9 novembre. Da quest'anno infatti T1 fa parte della Water defenders alliance, la prima alleanza che riunisce imprese, porti, enti di ricerca, istituzioni e cittadini per la difesa del mare.