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a prima guerra mondiale ha portato tutte le nazioni a dare fondo alle loro risorse, per gli imperi coloniali in questo caso uno sfruttamento massiccio dei territori d’oltremare. Lontani dallo scontro e sviluppati con ingenti investimenti, alcuni territori degli imperi francese e britannico vengono mobilitati su tutti i livelli. Al loro ritorno a casa questi veterani, consapevoli politicamente come mai prima d’ora, sarebbero diventati la base dei numerosi movimenti indipendentisti nati in Africa e Asia nel primo dopoguerra. In Asia inoltre la vicinanza al gigante russo influenza profondamente i vari movimenti di indipendenza: i bolscevichi non solo danno autonomia a molte regioni dell’ex impero zarista ma diffondono l’ideale sovietico anche oltre i propri confini. Ad aggiungersi a questo movimento di stampo sovietico è il concetto del presidente americano Woodrow Wilson: l’autodeterminazione dei popoli. Gli Stati Uniti infatti durante la conferenza di Versailles si battono per fare in modo che tutti i territori coloniali persi dagli imperi centrali diventino non di nuovo colonie, ma mandati. Se buona parte degli imperi coloniali europei, grandi e piccoli, scelgono di aumentare la loro stretta sui propri territori d’oltremare, il più grande di loro, l’Impero Britannico, sta andando in un’altra direzione. L’Inghilterra è la prima ad avviare una politica elastica con le proprie colonie: i mandati inglesi in Medio Oriente, Iraq, Transgiordania e più tardi Arabia Saudita, sono organizzati di fatto in stati destinati a una forma di indipendenza. Il peso dell’Impero sembra esser diventato troppo grande, poco a poco i governi inglesi che si succedono nel primo dopoguerra iniziano un processo di lenta ristrutturazione dei territori d’oltremare: la smobilitazione. Nel caso dell’Egitto, la rinuncia al protettorato è unita anche al controllo inglese sul Canale di Suez, uno degli stretti più importanti dell’intero pianeta. Un altro momento importante per quella che sta diventando la dissoluzione, lenta e organizzata, dell’Impero è la conferenza imperiale di Londra del 1926. I dominions, ovvero quelle colonie che godono già di una certa autonomia all’interno dell’Impero e avevano inviato perfino delle delegazioni proprie alla conferenza di Versailles, vengono riformati. Ma mentre i dominions possono essere definiti fedeli membri dell’Impero anche nel caso di una forte autonomia, ci sono altre regioni meno disposte ad accettare oltre questa situazione, con una sopra tutte: l’India. Dopo la caduta ingloriosa del Celeste Impero la Repubblica Cinese ha fallito nel creare uno stato saldo e compatto. Non sembra che la Cina riesca a reggersi da sola e, purtroppo per lei, il bellicoso trono di Crisantemo ha messo i suoi occhi sulle ricche coste cinesi. Il regime autoritario del generale Yuan Shi-Kai, iniziato nel 1913, non ha portato la stabilità in Cina, tutt’altro. Il governo centrale, corrotto e debole, non riesce ad imporre la sua volontà sui vasti territori dell’ex impero: come per il governo, anche le province vengono gestite da militari. Nel 1917 la Cina entra nel primo conflitto mondiale di fianco all’Intesa ma quella che vuole essere una prova di forza in realtà cela un altro intento. Alla conferenza di pace, forse anche per l’aiuto minimo dato per lo sforzo bellico, la Cina è consegnata al Giappone. Una delle regioni più ricche e prospere della Cina è consegnata ad una potenza ostile, per di più dopo una guerra tecnicamente vinta.
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00:00 - I poteri coloniali nella Grande Guerra
01:39 - Da colonie a mandati
02:47 - I movimenti arabi e accordi Sykes-Picot
04:12 - Dichiarazione Balfour e sionismo
05:45 - La nuova Turchia di Ataturk
07:43 - La politica britannica di smobilitazione
10:19 - La questione indiana, Montagu e Gandhi
12:24 - Riforme nel Raj Britannico e Conferenze di Londra
14:54 - La Cina dei signori della guerra
17:43 - L'inizio della Guerra Civile
20:20 - Chiang Kai Shek vs Mao Tse Tung
22:38 - Il Secondo Fronte Unito
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Una produzione Specter Film Collective
www.specterfilmcollective.com
STARRING: Francesco Furesi, Pietro Iacopo Benzi
DIREZIONE ARTISTICA: Francesco Furesi
SCENEGGIATURA: Pietro Iacopo Benzi, Francesco Furesi
CONTENUTI STORICI: Pietro Iacopo Benzi
FOTOGRAFIA: Alessandro Panzeri
AUDIO PRESA DIRETTA: Edoardo Conti
MONTAGGIO: Francesco Furesi
MOTION DESIGN: Francesco Furesi, Mattia Rossetti
STOCK FOOTAGE: Pietro Iacopo Benzi
COPERTINA: Edoardo Conti
SOUND DESIGN & MIX: Andrea Romani
PRODUZIONE: Caterina Scalfi
SOCIAL MEDIA MANAGER: Fulvio Matera