Рет қаралды 2,658
tratto da "Nelle terre del Delta", di Massimo Sani
Quindici ore di lavoro al giorno, solo tre di queste retribuite , le violenze dei padroni che cacciavano a calci chi non riusciva a continuare a causa del troppo caldo o degli insetti, la fatica nelle coltivazioni di canapa il cui ricavato era minimo rispetto lo sforzo impiegato, pranzo e cena sempre e solo patate o farina di castagne, i bambini sfruttati già a partire dai dieci anni di età. Sull'onda di un malcontento generale si costituisce anche a Berra una lega di resistenza nelle campagne la quale, vedendosi negare tassativamente dagli agrari la richiesta di portare dal 9 al 12% la quota per i braccianti, dichiara lo sciopero proprio nei giorni in cui avrebbe dovuto iniziare la mietitura del grano: è il 20 giugno 1901. La mattina del 27 giugno i braccianti si avviano verso la tenuta Albersano animati dall'intenzione di spiegare ai crumiri nei campi le motivazioni dello sciopero e di invitarli ad unirsi alla loro lotta, ma il Ponte Albersano è sbarrato dai soldati. Al tentativo di alcuni braccianti di parlamentare con questi ultimi il tenete De Benedetti fa rispondere con il fuoco: i soldati sono disorientati; molti sparano in aria, alcuni addirittura si rifiutano; impugnata la sciabola e con la rabbia della belva l'ufficiale ordina categoricamente di sparare sulla folla degli scioperanti. Calisto Ercole Desuo di Villanova Marchesana e Cesira Nicchio di Berrà rimangono per terra uccisi; altri venti lavoratori rimarranno feriti.