Grazie Pier! Innanzitutto mi raccomando: prima di modulare la tristezza è importante capirne la natura, questo al fine di poterla risolvere alla radice. Come dicevo nel finale del video: se ci occupiamo solamente di eliminare la tristezza interveniamo unicamente sul volume della sirena ed ignoriamo il motivo per cui suona. Quindi attenzione a quel tuo "permette di ignorarla" 😉, la dobbiamo invece ascoltare! Una volta compresa la possiamo certamente dimunire ed in questo ci vengono in aiuto tutte quelle attività piacevoli che possono controbilanciare il nostro umore. Venendo invece al cuore della tua domanda: la meditazione è un'ottima pratica, ti dirò di più, la psicologia moderna ha scopiazzato dalla meditazione buddista ed ha coniato la midnfulness. L'attività fisica invece è un'ottima alleata del nostro umore, so che potrà suonare banale ma fare semplicemente una passeggiata di mezzora con regolarità è un gran toccasana per il nostro umore, lo dimostrano gli studi su chi soffre di depressione.

Ciao Viviane! L'apparente paradosso che porti è dato dal fatto che la nostra felicità (o tristezza) è legata alla nostra interpretazione soggettiva della realtà: quello che c'è di "oggettivo" è la fine di una relazione, se tu questa relazione la giudicavi arricchente la vivrai come una perdita, se la giudicavi come tossica/deprivante vivrai un guadagno. Dubito che una persona che ha terminato una relazione tossica possa dire "ho perso quella persona", probabilmente dirà "mi sono liberato di quella persona". Avresti potuto inoltre farmi la stessa domanda al contrario: es. perchè alcuni genitori si scompensano con la nascita del proprio bambino, nonostante abbiano il "guadagno" del nuovo nascituro? Anche qui in modo analogo dipende dai significati soggettivi con cui leggono l'evento. La nascita è il nostro evento neutro, che possiamo poi leggere in termini di guadagno o perdita a seconda della nostra visione soggettiva della realtà.

@@psicocaffe grazie mille