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#psicologia #crescitapersonale #motivazione #lifecoach
Hai mai sperimentato un forte senso di solitudine interiore?
Ti sei mai sentito solo anche in compagnia di altre persone?
Ciao sono patrizia pietropaolo, sono psicologo, psicoterapeuta e life coach.
Oggi ti parlerò della solitudine, quella che puoi provare quando sei solo (fisicamente) e quella
soggettiva, quel sentirti solo che è ben diverso dall’essere effettivamente solo.
Ti darò anche qualche dato in merito e dei consigli per provare a gestirla e risolverla.
Se vogliamo parlare della solitudine in cifre, da una indagine recente di Eurostat è risultato che
l’Italia è il paese europeo dove più si soffre di solitudine, infatti il 12-13% degli italiani dai 16 anni
in su avrebbe dichiarato di non avere nessuno a cui confidare i propri problemi.
E secondo il rapporto istat del 2018, circa 3 milioni di persone hanno dichiarato di non avere una
rete di amici o una rete di sostegno e più di una famiglia su 3 è composta da una sola persona,
una persona che ha perso il coniuge oppure non sposata o separata.
Spesso si tende ad associare la solitudine a qualcosa di negativo
a mio parere più che altro perché la “felicità” nella nostra cultura viene spesso associata al
socializzare, all’allegria, alle feste, o all’essere giovani, e spesso la solitudine, se mi riferisco alla
mia esperienza clinica, riguarda molto più spesso le persone dai 50 anni in su, e cresce
proporzionalmente con l’età,
eccezion fatta per chi si separa o vive esperienze traumatiche che portano ad un
ridimensionamento delle esperienze spese in ambito sociale o chi vive particolari situazioni di
disagio psicologico, e ultimamente a causa della pandemia, anche molti giovani hanno iniziato a
soffrirne.
Essere effettivamente, fisicamente soli, può essere una scelta ed è possibile vivere comunque una
vita piena e appagante anche senza sentire la necessità di frequentare assiduamente altre
persone o un partner.
Al contrario, è possibile avere una relazione fissa o essere parte di una famiglia, e sentirsi soli lo
stesso, specialmente se non ci si sente compresi o ci si sente trascurati dalle persone vicine.
Questa è una sensazione molto più intima e profonda.
Mi preme in questo contesto, evidenziare quanto il sentimento di solitudine sia un vero e proprio
stato della mente e quanto questo tipo di solitudine, interiore, sia spesso legato a sofferenza
psicologica e ad un senso di vuoto, mentre l’essere soli, fisicamente, può essere uno stato
oggettivo circoscritto ad un determinato spazio temporale.
Molte persone amano in questo caso cercare compagnia per divertirsi e appagare questa
sensazione di solitudine fisica, mentre altre invece la ricercano attivamente e si sentono
completamente appagate perché considerano questo tipo di solitudine come un’occasione per
dedicarsi a se stessi.
Mentre essere fisicamente soli capita a tutti e spesso nella vita, non è invece per tutti provare un
senso di solitudine interiore e isolamento doloroso, che a tratti può causare anche molta
sofferenza psicologica.
Le cause di questo tipo di solitudine sono molto profonde, e si accompagnano alla sensazione di
non essere compresi o accettati, una sensazione che permane quotidianamente insieme a quel
senso di estraneità, cioè il non avere quel senso di appartenenza che è fondamentale per
ciascuno di noi per sentirsi parte del mondo e integrati nella propria comunità, nonostante si
possano avere numerose frequentazioni o addirittura una relazione affettiva duratura.
Queste sensazioni di solitudine interiore purtroppo non abbandonano la persona anche se si
impegna in attività magari anche piacevoli o se cerca attivamente la compagnia di altri.
Insomma qui sto parlando del sentirsi soli intimamente, con presenza di pensieri negativi e
tristezza in assenza di reali cause che portino a sentirsi così.