Maria Valtorta-Quad.-13 ago. '43: Chi mi serve mi è ugualmente caro qualunque sia l’opera che compie

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I Messaggi della Madonna nel Mondo

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Maria Valtorta - Quaderni - 13 agosto 1943: Chi mi serve mi è ugualmente caro, qualunque sia l’opera che compie. L’importante è fare ciò che Io voglio.
Dice Gesù:
«Ripeterò quanto ho già detto riguardo ad un’anima che mi devi aiutare a portare alla Luce. Così anche il Padre si regolerà. Inoltre questo ripetere risponde anche a quesiti del Padre, il quale, stia sicuro, è nel suo campo d’apostolato e molto avrà ancora da lavorarvi, perché i pagani sono qua ed egli è il mio missionario qua. Si armi perciò di fortezza, pazienza e costanza, e mi lavori i cuori, più sordi dei sassi, perché la mia Voce entri in essi.
Entri. Se poi, entrata che sia, i cuori non la vorranno rendere Vita, peggio per essi. Io, la mia piccola portatrice e il mio missionario saremo giustificati presso il Padre. Riguardo ai cuori, ne avranno a rispondere perché avranno chiuso sé stessi alla Misericordia di Dio che usa tutti i mezzi: dal suo Figlio diletto ai servi fedeli del Figlio, per dare soprannaturale aiuto alle creature.
Usi perciò il Padre quanto giudica utile usare di quello che ti dico. Sono perle che gli do gratuitamente. Ma di tutte le perle ne tengo indietro una, la perla madre, dirò così. Tengo indietro te, di cui sono geloso e su cui esercito potere assoluto di proprietà.
Tu non sei Maria e non devi essere conosciuta per Maria. Sei un sospiro che esce dal mio Cuore, un vento che spira e rinfresca le fronti senza che esse sappiano da dove venga né che nome abbia. La tua personalità è annullata. Tu, come creatura, devi essere nulla. Devi non essere. Non essendo, nessuno ti deve conoscere come scrittrice del mio Pensiero, nessuno meno due o tre creature di privilegio, che tali siano per mia Volontà. Tu sei il respiro di Gesù e basta. Più tardi, quando Io vorrò, e nessuno ti potrà nuocere, sarà conosciuto il nome della mia piccola voce. Ma allora tu sarai altrove, dove la piccineria umana non arriva e dove non agisce l’umana cattiveria.
Riguardo a quell’anima (e a molte come lei) bisogna esercitare una carità super-perfetta. Come l’ho esercitata Io molte volte nella mia vita terrena. Sono anime appena abbozzate. Tutto in loro anela per istinto ad un perfezionamento, si tende verso un accrescimento di forma come il neonato che si nutre, si agita, vagisce, aspirando di sapersi nutrire, sapersi muovere, sapersi esprimere, con veri cibi, con veri passi, con vere parole. E come neonati vanno trattate. Senza impazienze e senza ripugnanze.
Ma lo sai, anima mia, quante volte non mi sono sentito raggricciare le carni per un ribrezzo così vivo che dal cuore affiorava alla carne quando dovevo avvicinare esseri di peccato? Eppure, se non li avessi avvicinati, avrei mai potuto attirarli a Me? Lo avrei potuto con una violenza da Dio. Ma perché usarla quando vi è l’Amore che è la più cara delle calamite?
Ho iniziato la mia vita pubblica con una festa di nozze, nella quale ho dovuto sentire i soliti discorsi e le solite allusioni di simili feste. Non ho ricusato l’invito di Matteo, tanto che mi fu rimproverato dai censori, sporchi di ciò che rimproveravano a Me, l’esser entrato in quella casa. Non ho respinto la peccatrice che consumava sulla mia Carne l’ultimo resto dei suoi artifizi di seduzione e annullava il suo debito verso la Grazia con un atto di contrito e coraggioso amore. Non ho sdegnato di parlare con la samaritana, che era di tutti e di nessuno. Non ho taciuto perché nella folla che mi ascoltava erano mescolati pagani o peccatori. Ma anzi proprio per loro trovavo gli sguardi, i sorrisi, le parole più dolci d’amore.
Sono venuto e vengo per raccogliere tutte le mie pecore entro il mio ovile, e per le pecore lontane e che hanno preso vie storte vado, Pastore buono e instancabile, fra rovi e spine, piangendo lacrime e stillando sangue finché le ho trovate e raccolte. Se chiamo altri ad aiutarmi all’opera, devono questi altri agire come Me.
Lo so che c’è un santo pudore ed una istintiva gelosia che dànno sofferenza quando sono sforzati. Ma bisogna superare il pudore santo e il non santo egoismo e lasciare che i “piccoli vengano a Me”, perché sentano la Voce mia attraverso l’opera tua. Agire davanti ad essi con tanto amore e con completa libertà come se fossero persone convinte della mia Legge.
Non pensare che quanto dite è sprecato. No. Una terra arida su cui piova dopo anni ed anni di siccità pare che non si bagni se l’acqua piove dal cielo su essa; in realtà stenta ad imbibirsi d’acqua più di una terra curata. Ma si bagna sempre. Così è per i cuori. Bisogna innaffiarli, metterli a contatto con l’acqua viva che scende dal Cielo e che al Cielo conduce. Io poi faccio il resto.
I miracoli della grazia nei cuori avvengono per un complesso di agenti, la cui radice è in Me. Potrei fare tutto da solo. Ma amo associare i miei discepoli alla mia opera di Redenzione perché condividano Meco la mia Gloria in Cielo.....

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