Рет қаралды 1,906
Da una parte il restyling di uno storico grattacielo di Milano. Dall’altra, la nuovissima torre, che promette di diventare un secondo Bosco Verticale. E non a caso porta la stessa firma, quella dell’archistar Stefano Boeri. Due nuovi edifici che vedranno la luce nei prossimi anni ma che, a differenza del progetto iniziale, non saranno collegati tra loro.
La vicenda del Pirellino, che ha ospitato fino a pochi anni fa diversi uffici del Comune, e della Torre Botanica targata Boeri, risale ormai a tre anni fa e per molti era finita nel dimenticatoio. Ora torna di attualità e non solo perché si tratta dell’ennesimo tassello in vetro e acciaio del quartiere di Porta Nuova. Ma soprattutto per la sparizione del Ponte Serra che li avrebbe dovuti collegare.
Il numero uno di Coima Manfredi Catella, che ha in mano le chiavi dello sviluppo immobiliare dell’intera area, ha confermato che i lavori per i due grattacieli inizieranno nel 2024, ma che il ponte ce lo si può scordare.
Nel 2021, il progetto aveva creato un duro scontro tra la società immobiliare e il Comune. Il motivo era il nodo degli incentivi volumetrici previsti da una legge regionale. Coima puntava ad avere il 25% di volumetrie gratuite, il Comune gliene aveva concesse zero. A quel punto, il grande ponte - che doveva ospitare oltre a vegetazione ad alto fusto, anche tutta una serie di funzioni pubbliche - aveva cominciato a traballare. Fino alla conferma delle scorse ore, con Catella che ha spiegato che ormai le circostanze sono cambiate.
Resteranno dunque solo - si fa per dire - due nuovi grattacieli a guardia di via Melchiorre Gioia. Il Pirellino vedrà una riqualificazione generale e un ampliamento della superficie interna, mentre la Torre Botanica sorgerà da zero e promette di diventare un altro simbolo della città. La vecchia Milano e quella nuova che sono destinate a non incontrarsi, perché il ponte non c’è e non ci sarà.