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Papa Francesco racconta in questa intervista esclusiva alla RSI i suoi dieci anni di pontificato. Svela cosa lo porterebbe alle dimissioni. Parla della “terza guerra mondiale il cui campo di battaglia è l’Ucraina” ed elogia la neutralità della Svizzera: “Non è acqua distillata, non è lavarsi le mani, è una vocazione di equilibrio, di unità”. E ancora i rapporti con Ratzinger, i ricordi del giorno dell’elezione, i suoi pensieri sull’aldilà.
Francesco non pensa alle dimissioni, ma spiega cosa eventualmente lo spingerebbe a darle: “Una stanchezza che non ti fa vedere chiaramente le cose. La mancanza di chiarezza, di sapere valutare le situazioni”. Da dieci anni non vive più a Buenos Aires. Di quel tempo gli manca “camminare, andare per la strada”. Ma sta bene a Roma, “una città unica”, seppure le preoccupazioni non mancano. Siamo “in una guerra mondiale”, dice. “È cominciata in pezzetti e adesso nessuno può dire che non è mondiale. Perché le grande potenze sono tutte invischiate. E il campo di battaglia è l’Ucraina. Lì lottano tutti”. Il Papa racconta che Putin sa che lui vorrebbe incontrarlo, “sa che io sono a disposizione, ma lì ci sono tutti interessi imperiali, non solo dell’impero russo che è imperiale dal tempo di Pietro II, Caterina II, ma degli imperi di altre parti”.
Intervista di Paolo Rodari. Produzione di Bruno Boccaletti. Regia di Fiorenzo Mordasini. Di più su www.rsi.ch/g/16086394