L'idea iniziale prevedeva di raggiungere il rifugio Carducci ma, poco prima della forcella Giralba, abbiamo rinunciato e ci siamo fermato al Lago Ghiacciato, dove abbiamo pranzato con la compagnia di un vento piuttosto forte e freddo. Sono circa 900 metri di dislivello.
La partenza avviene dalla Val Fiscalina, raggiungibile con l'auto, il cui parcheggio ha un costo di € 5,00 la prima ora e € 2,00 le successive ore o frazione di ora; per chi alloggia a Sesto, o nelle vicinanze, può fruire anche del trasporto pubblico locale (www.sad.it).
Si imbocca la via verso il rifugio Fondovalle, percorribile a piedi o in bicicletta, si prosegue poi in direzione delle imponenti pareti che circondano la valle e si imbocca, al bivio, il sentiero 103.
In un primo momento, sale a zig-zag fino ad immergersi nel bosco, poi si fa un po' più lineare, mantenendo la salita anche se in alcuni punti si prende un po' il fiato grazie a tratti pianeggianti. Il paesaggio si apre e lascia spazio ad un panorama mozzafiato, dove si intravede anche il sentiero che porta poi al Lago Ghiacciato, decisamente molto diverso da quello che raggiunge il rifugio Zsigmondy Comici, dal quale si snodano diversi sentieri che portano al Pian di Cengia, Croda dei Toni, Tre Cime di Lavaredo... diciamo che c'è un'ottima scelta.
Dal rifugio si prende il 101 che poi si ricollega al 103 che, volendo, può essere percorso senza fare tappa al rifugio. Il paesaggio si fa roccioso e si cammina su grossi ciottoli che, se non si presta la dovuta attenzione, potrebbero essere pericolosi per le caviglie. La salita è costante ma non faticosa, si arriva poi ad una diramazione: proseguendo lungo il sentiero 103 si raggiunge la forcella Giralba che segna anche il confine tra Trentino Alto Adige e Veneto e si arriva al rifugio Carducci nelle montagne di Auronzo. Prendendo la deviazione si può ammirare il piccolo lago Ghiacciato e proseguire (apro una piccola parentesi) per il sentiero attrezzato degli Alpini (Alpinisteig) che, per gli appassionati di storia e, più precisamente, della Prima Guerra Mondiale rappresenta una viva documentazione dell'epoca. Si tratta di una ferrata storica: infatti la Cengia della Salvezza durante la Prima guerra mondiale fu adoperata come rapido collegamento dagli Alpini tra la forcella Giralba e il passo della Sentinella.
La costruzione di questa via fu decisa in quanto le truppe italiane non riuscivano a penetrare nel territorio austriaco dal Passo di Monte Croce di Comelico.
Chiudiamo la parentesi storica e torniamo alla nostra escursione che, sostanzialmente, si conclude con il percorso inverso. Unica differenza è che si percorre completamente il 103, senza passare per il 101 che, ricordiamo, è il sentiero che conduce al rifugio. In questo modo, evitiamo la salita al rifugio che, in fase di rientro, non ci invoglia per nulla :-)
Ci sarebbe anche la possibilità di terminare la nostra escursione seguendo il torrente, scendendo lungo la gola ma, dopo aver dato una fugace occhiata, non siamo stati in grado di trovare il sentiero (nella mappa è segnato in nero). Sembra, infatti, si debba attraversare il torrente servendosi dei grandi sassi che permettono di passare da una sponda all'altra. Essendo con i bambini, non abbiamo rischiato e abbiamo percorso la via normale.
Equipaggiamento: zaino con borraccia d'acqua, cioccolata, frutta secca e panini (nel caso non si pranzi al rifugio); giacca antivento e felpa. Scarpe da trekking, meglio se a coprire la caviglia (scarponi) per la parte di percorso roccioso.
Cartina Tabacco 010.
Consiglio anche l'applicazione Bergfex Touren, utile per orientarsi e tenere traccia del percorso.