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La Vespa velutina è un serio pericolo per l'apicoltura ma anche per l'uomo data la sua aggressività e per la quantità di veleno che gli individui di questa specie possono iniettare. Per molte caratteristiche si differenzia dalla Vespa crabro e anche il tipo di contrasto e di distruzione dei nidi deve essere ripensata in modo differente. Mentre per il calabrone nostrano ci si può limitare alla distruzione dei nidi che interagiscono con l'attività umane nel caso della V. velutina si devono cercare tutti i nidi e provvedere alla loro distruzione. I nidi sono spesso molto grossi, con una popolazione elevata di individui, in zone poco o per nulla accessibili e, frequentemente, in cima ad altissime piante, protetti e nascosti da rami e fogliame. La densità dei nidi sul territorio, inoltre, può essere decisamente alta. La lotta a questa vespa deve essere articolata in molte fasi ed azioni che vanno dalle difese passive degli alveari, al trappolaggio, all'individuazione dei nidi e quindi alla loro distruzione . Una lotta che richiede una buona organizzazione, una attiva collaborazione non solo fra gli apicoltori ma anche con altre realtà del territorio, con le istituzioni e con il mondo della ricerca scientifica. E' auspicabile che, al di là delle divisioni che esistono in apicoltura si possa creare un'unica cabina di regia affinché il settore possa dotarsi di metodologie comuni e di strumenti ed attrezzature adeguate a questa emergenza