L'eruzione del 24-27 dicembre 2018 ha avuto qualcosa che l'ha resa particolare rispetto alle altre. In questi anni abbiamo assistito quasi sempre a fontane di lava e colate laviche che sono fuoriuscite dai crateri sommitali, stavolta però il vulcano si è spaccato in due, emettendo magma dai suoi fianchi e svegliando tutte le strutture tettoniche che si trovano lungo le pendici. Questo meccanismo ha fatto scattare una delle faglie, la cosiddetta "Faglia di Fiandaca", che ha causato un terremoto di magnitudo 4.9, abbastanza forte da causare danni ai centri abitati: tra i paesi di Fleri e Pennisi si sono registrati crolli parziali o totali, causando la perdita della casa per più di mille persone.
In questo documentario cerco di raccontarvi come si sono svolti gli eventi, quello che ho provato a livello personale ed i meccanismi scientifici che hanno portato allo sviluppo dell'attività vulcanica e sismica.
Quest'eruzione è stata particolare anche per un altro fattore: si è esaurita molto prima di aver scaricato l'energia, come se si fosse trattenuta. Questo tipo di eruzione è molto nota in letteratura scientifica, con il nome di "eruzione abortita", e di solito precede sempre un'eruzione laterale più voluminosa. Due anni dopo quell'evento, l'Etna non ha ancora prodotto una nuova eruzione di fianco, ma sappiamo bene che come successo tante volte in passato, è inevitabile che succeda in futuro, speriamo sempre senza danni per persone o cose.
Antonio De Luca
24/12/2020
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