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Il Giardino di Boboli è un parco storico di Firenze. Nato come giardino granducale di Palazzo Pitti, è connesso anche al Forte di Belvedere, avamposto militare per la sicurezza del sovrano e la sua famiglia. Il giardino, che accoglie ogni anno oltre 800.000 visitatori, è uno dei più importanti esempi di giardino all'italiana al mondo ed è un vero e proprio museo all'aperto, per l'impostazione architettonico-paesaggistica e per la collezione di sculture, che vanno dalle antichità romane al XIX secolo.
I giardini dietro Palazzo Pitti, residenza dapprima dei Medici, poi dei Lorena e dei Savoia, furono costruiti tra il XV e il XIX secolo e occupano un'area di circa 45.000 metri quadri. L'origine del nome "Boboli" nasce forse dai possedimenti della famiglia Borgolo che Luca Pitti acquistò come orti nel 1418, quarant'anni prima di iniziare la costruzione del palazzo che dalla sua famiglia prese in nome. Alla prima impostazione di stile rinascimentale, visibile nel nucleo più vicino al palazzo, si aggiunsero negli anni nuove porzioni con differenti impostazioni: lungo l'asse parallelo al palazzo nacquero l'asse prospettico del viottolone, dal quale si dipanano vialetti ricoperti di ghiaia che portano a laghetti, fontane, ninfei, tempietti e grotte. Notevole è l'importanza che nel giardino assumono le statue e gli edifici, come la settecentesca "Kaffeehaus" (raro esempio di gusto rococò), che permette di godere dello splendido panorama sulla città.
Con il passaggio della proprietà ai Medici nel 1549, per l'acquisto da parte di Eleonora di Toledo, moglie di Cosimo I, iniziarono l'abbellimento e gli ampliamenti, che coinvolsero anche il giardino. Esso fu iniziato da Niccolò Tribolo, architetto che anni prima aveva già superbamente lavorato ai giardini delle Ville medicee di Castello e della Petraia. Morto il Tribolo (nel 1550), la direzione dei lavori passò a Bartolomeo Ammannati e in seguito a Bernardo Buontalenti.
Durante il governo di Cosimo II (1609-1621) il giardino subì il più importante ingrandimento, quasi triplicando la sua estensione ad opera di Giulio Parigi e del figlio Alfonso, ideatori del secondo asse verso Porta Romana (il cosiddetto Viottolone).
Il giardino venne aperto al pubblico per la prima volta, sebbene con le dovute limitazioni, durante il regno di Pietro Leopoldo di Lorena, Granduca di Toscana dal 1765 al 1790.