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“Fratello sole Sorella luna” (Dolce sentire)
testo: Katyna Ranieri
musica: Riz Ortolani
Elaborazione per coro: fra' Gennaro Maria Becchimanzi
Solisti: Alessio D'Aniello, Caterina Freda, Delia Scateni.
COMMENTO:
Fratello sole Sorella luna. Uno dei brani più noti ed eseguiti in assoluto; dunque quello che ha richiesto maggior lavoro, sia in fase di armonizzazione che in fase di arrangiamento. L’introduzione ha un respiro estremamente evocativo: gli archi definiscono da subito gli estremi dell'armonia (il DO del contrabbasso e il SOL dei violini). Mentre i due violini alternano unisoni a dissonanze di seconda, il Flauto Dolce suona la melodia dell'antica Lauda "Sia Laudato San Francesco"; l'ingresso della Viola, con un lento cromatismo, ci porta nel tempo presente ed apre all'entrata della voce.
La prima stròfe è una riflessione intima dell'individuo: due solisti (per contrasto, un soprano e un basso) descrivono la scoperta, nel profondo del cuore, dell’amore di Dio. Due i solisti, due le voci: ognuno di noi, davanti alla meraviglia della creazione di Dio, scopre di non essere solo. La seconda stròfe cambia registro: dal cuore dell'uomo ci spostiamo alla meraviglia del Creato: il candore delle voci bianche è una luce che dal cielo illumina tutte le bellezze della Creazione; non è più l'uomo a parlare, forse la voce dell'anima: la melodia (ancora nella tonalità iniziale di DO maggiore) è sostenuta da una fitta armonia d’archi che spalanca le porte del cielo.
Dopo la descrizione del Creato, è il momento della contemplazione: la terza stròfe è strumentale; il tema è esposto prima dall’oboe, poi dalla tromba; quest’ultima, riprende la nota dell'oboe (RE) per entrare con un cambio di tonalità senza modulazione (da DO maggiore a RE maggiore). L’ultima stròfe è la lode di tutta la Cristianità: altro cambio di tonalità; il MI maggiore, con tutta la lucentezza dei quattro diesis, illumina la voce della Chiesa nel rendere Lode al Signore Creatore del Cielo e della Terra.
L’ultima frase è "beato chi lo serve in umiltà”: umiltà che si traduce nel coro a cappella (forte contrasto dopo l’esplosione della quarta stròfe). In chiusura, una coda d’archi intima e sospesa che riporta la preghiera nel cuore di ogni uomo.
TESTO:
Dolce sentire come nel mio cuore
ora umilmente sta nascendo amore.
Dolce è capire che non son più solo,
ma che son parte di una immensa vita
che, generosa, risplende intorno a me:
dono di Lui, del suo immenso amor.
Ci ha dato il cielo e le chiare stelle,
fratello sole e sorella luna,
la madre terra con frutti, prati e fiori,
il fuoco il vento, l'aria e l'acqua pura,
fonte di vita per le sue creature:
dono di Lui, del suo immenso amor,
dono di Lui, del suo immenso amor.
Sia laudato nostro Signore,
che ha creato l'universo intero.
Sia laudato nostro Signore,
noi tutti siamo sue creature:
dono di Lui, del suo immenso amor.
Beato chi lo serve in umiltà.
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tratto dal CD "Incanto Serafico, Volume 1"
"Vetera et Nova Franciscana Cantica"
a cura di:
I Cantori Francescani
Fanzago Ensemble
Stefano Puri (orchestrazione e arrangiamenti)
fra' Gennaro Maria Becchimanzi (direttore)
Anno 2007
ISBN 850000346001, disponibile presso:
CEFA Casa Editrice Francescana