Sono davvero contento Mathilde! Fammi sapere cosa ne pensi e come ti sei trovata ;-)

È normale! Cerca di fare qualche pausa durante le sessioni lunghe e non stare ferma sulla stessa cosa per più di mezz'ora.

Io trovo che lo studio richieda delle ripetizioni dilazionate nel tempo, ovvero aspettare qualche decina di secondo per dare al cervello il tempo per accomodare la nuova percezione, sensazione della mano alla tastiera, parcellizzare il lavoro di studio semifrase per semifrase o inciso per inciso dando una struttura musicale al brano, trovo utile anche il metodo Giseking, lui studiava un brano distaccato dalla tastiera, osservare la parte e notare ad uno sguardo prima distaccato e poi da vicino le analogie e le differenze di scrittura, il tipo di disegno melodico, imparare gli allievi a fare un analisi del brano per aiutare a fare proprio ciò che è scritto e suonarlo musicalmente.

Questo commento è eccezionale hai riassunto in poche parole 3/4 video che trattano proprio questi temi! Spero che venga letto perchè sono spunti importantissimi.

Ciao Alli! Grazie per aver condiviso la tua esperienza. Effettivamente il tuo insegnante ha ragione e idealmente è quello l'obiettivo finale. Io parlo sempre in questo modo con i miei allievi: l'obiettivo è arrivare all 100% del pezzo con velocità, note, dinamica, interpretazione, memoria e precisione sviluppati al massimo. Quando abbiamo finito di imparare un brano e ci riesce dall'inizio alla fine senza eccessivi errori allora possiamo considerare il 70% del lavoro svolto. A quel punto passiamo a un nuovo brano ma non vuol dire che il precedente possa considerarsi "fatto". A quel punto sprono l'allievo a continuare a eseguirlo, ripassarlo, ascoltarlo e approfondire i passaggi per arrivare a questo fantomatico 100%. Questo è il perfezionamento e l'assimilazione del pezzo (questo buon 30%) che può richiedere anche molto più tempo di tutta la fase iniziale. Dipende appunto dal livello del pianista, la complessità del brano e la costanza. Alla fine bisogna imparare molti movimenti, renderli automatici, arrivare al punto in cui riesci a suonare il brano senza quasi pensarci più di tanto. Se non sei arrivato al quel punto non è di certo un problema, prosegui con fiducia e continua ad esercitarti finché il brano non esce come vuoi tu (o il tuo insegnante ;-)). Se hai bisogno di altri consigli scrivimi pure!

@@PianoSegreto Grazie davvero per la risposta, molto utile!

Ciao Edoardo! Mi scuso intanto per il ritardo nel risponderti. Leggere il tuo commento ha risvegliato ricordi e pensieri che mi hanno limitato in passato e vorrei poterti aiutare. Per potermi spiegare al meglio serve parlare di molti concetti perciò perdonami se sarò sintetico ma ti prometto che, se sei d'accordo, realizzerò un video in cui parlerò senza freni prendendo in esame il tuo commento. Ti assicuro che se tu hai avuto le palle (scusa il francesismo) di dire ad alta voce ciò che pensi e cosa ti frustra, ce ne sono tanti altri che provano le stesse cose ma non lo esternano per paura/vergogna e tanto altro. Ti faccio un breve elenco puntato a mo' di "brain storming": - Non essere punitivo nei tuoi confronti, soprattutto con le parole. Essere severi con se stessi può diventare dannoso se si esagera quindi comincia ad avere un dialogo più positivo e costruttivo con te stesso - Se lo sforzo non porta al risultato è una buona notizia in realtà. Significa che lo sforzo non è verso la direzione giusta. Cambia approccio, cambia metodo o spirito e abbi pazienza. - Non paragonarti mai agli altri pianisti. So che è più facile a dirsi che a farsi ma il confronto per capire i propri limiti o punti di forza è utile ma spostare il proprio valore al di sotto o al di sopra di qualcun'altro non serve a nulla se non a danneggiare se stessi. - I concorsi, i concerti, l'insegnamento non sono l'unica strada possibile per un musicista. Arriverà tutto e potresti, come è successo a me, cambiare totalmente idea con gli anni. Odierai i concorsi e amerai insegnare? Chi lo sa, ti assicuro che nulla resterà uguale mano a mano che fai esperienza. - Ricorda che le aspettative il più delle volte non vengono soddisfatte. Se come affermi fare il concertista a 26 anni non è possibile ed è l'unica cosa che ti piacerebbe fare allora vuol dire che il tuo impegno sarebbe inutile e avresti ragione. Ma non credo che quando hai iniziato a suonare tu abbia pensato come primissima cosa di fare un recital in un teatro prestigioso. Trova il modo di riconnetterti con il pianoforte. - Se stai affrontando un momento di crisi concediti una pausa. Non suonare per una o due settimane (una volta ho "mollato" per due mesi. Spero un minimo di averti aiutato e di poter realizzare un video partendo dalle tue considerazioni (sempre con la tua privacy assicurata ovviamente). Qui trovi una collezione di video in cui parlo molto di metodo di studio, la psicologia legata all'esecuzione, gli errori e lo studio: www.pianosegreto.com/segreti-del-pianoforte/ Prenditi un po' di tempo per vedere quelli che fanno di più al caso tuo e applica i miei consigli. Credimi che ti capisco ma ho superato tutte queste difficoltà di cui parli (ora ho 31 anni e sono davvero felice della mia situazione attuale e non sono un concertista mondiale per intenderci). A presto! Giuseppe

@@PianoSegreto grazie mille per l’interessamento apprezzo molto il fatto che mi hai dedicato del tempo. Alla fine mi ero preso del tempo per riflettere non suonando ho poi cambiato metodo di studio grazie a un mio amico e piano piano gli errori di note stanno sparendo. Spero sia stato un momento passeggero ora l’unica cosa che guardo sono i pezzi in se cercando di capirne e comprenderne la loro bellezza a prescindere che siano pezzi romantici o studi del gradus. Cerco di non pensare all’esame in se per se ma di migliorare i pezzi per cercare di farli bene. L’esame poi quando sarà sarà meglio rimandarlo ma farlo bene che farlo male e prendere un voto che non mi rispecchia e che non dia piacere alla commissione.

@@PianoSegreto per il discorso del video va benissimo non ci sta nessun problema

​@@EdoardoSannabicycleNel mio piccolo, se ancora stai soffrendo per le stesse difficoltà, ti consiglio il libro "Effortless Mastery" di Kenny Werner.