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Il Termine Trauma in Psicologia: Trauma con la T Maiuscola e il PTSD
In questo video vedremo insieme cosa si intende con il termine trauma in psicologia. Dapprima ci occuperemo dei traumi definiti T maiuscole dall’approccio EMDR, riconosciuto dall’organizzazione mondiale della sanità come metodologia d’elezione per l’elaborazione delle esperienze traumatiche. Parleremo inoltre del Disturbo da Stress Post Traumatico. Infine esploreremo insieme come nella pratica clinica si incappi spesso in un’altra tipologia di traumi, definiti t piccole o traumi relazionali, che, a dispetto del nome, risultano essere ugualmente impattanti sul benessere dell’individuo.
La parola trauma deriva dal greco e significa lesione, ferita. Il termine “trauma” in medicina indica qualsiasi lesione all’organismo causata da agenti esterni. In psicologia la valenza del termine è del tutto assimilabile: definiamo trauma una lesione o ferita dell’anima, della psiche.
Il trauma psicologico è l’esperienza generata da un evento stressante, altrimenti detto traumatico. Ma cosa si intende per evento traumatico?
Normalmente definiamo traumatico un evento che prevede una minaccia all’integrità fisica e/o alla sopravvivenza propria e o altrui. Tale definizione non include pertanto solo l’esperienza diretta di una grave lesione, un’aggressione o di una minaccia di morte, ma anche l’assistervi, il venirne a conoscenza o l’essere ripetutamente esposti a dettagli crudi dell’evento. Questa definizione è quella adottata anche dal DSM-5, ovvero il manuale statistico diagnostico dei disturbi mentali.
Se inteso in tali termini il trauma rappresenta un evento circoscritto, con un inizio e una fine piuttosto definiti. Rientrano in tale categorie: incidenti, catastrofi naturali, gravi malattie, aggressioni e abusi e, per quanto se parli ancora troppo poco, esperienze di aborto. L’evento traumatico determina una frattura importante nella vita della persona che lo subisce. Spesso, chi ne fa esperienza individua un prima e un dopo il trauma, tali fasi sono caratterizzate da un diverso modo di interpretare il mondo, di vivere la quotidianità, di emozionarsi e di relazionarsi con gli altri. Dopo un evento traumatico è normale che il nostro cervello e il nostro stesso corpo mettano in campo una serie di reazioni allo stress subito, che comportano modificazioni a livello emotivo, cognitivo e comportamentale. La persona ha bisogno di tempo per elaborare l’evento, ovvero metabolizzarlo e attribuirgli un posto all’interno della sua storia di vita. Questo processo avviene in una certa percentuale di casi in modo spontaneo e naturale. Tuttavia vi sono situazioni in cui la sofferenza permane per più di un mese a seguito dell’evento traumatico e vi è una difficoltà o un blocco nella risoluzione della stessa. In questi casi possiamo parlare di Disturbo da stress post-traumatico, o PTSD. La sintomatologia del PTSD consiste essenzialmente in:
Sintomi cognitivi: ricordi e pensieri intrusivi e disturbanti, incubi, flashback, aspettative e convizioni negative relative a se stessi, agli altri e al mondo, difficoltà di concentrazione
Sintomi emotivi: anedonia, sensazione di distacco ed estraneità rispetto alla propria esperienza e agli altri, disforia, rabbia e irritabilità, paura e ansia, sensazioni di colpa e/o vergogna
Sintomi fisiologici: marcata reattività a fattori interni o esterni che ricordano l’evento traumatico, per-allerta, risposte di allarme eccessive, alterazioni del ritmo sonno-veglia con difficoltà ad addormentarsi o sonno poco risoratore
Sintomi comportamentali: tentativo di evitare di stimoli, situazioni, ricordi relativi al trauma; comportamenti auto-lesivi, a cui dedicheremo un video apposito, o comportamenti spericolati, guida spericolata, abuso di alcool o droghe…
In questi casi, l’evento traumatico non riesce a venir immagazzinato come passato e continua ad interferire significativamente con il presente della persona, comportando un elevato grado di sofferenza e compromissione nel suo funzionamento negli ambiti di vita quotidiana.
Il trauma in generale, sembra generare sensazioni di terrore e impotenza in chi lo subisce. La persona, in quel momento, ha la percezione che le proprie risorse non siano sufficienti per fronteggiare quello che sta accadendo, si sente sovrastata e impossibilitata ad ottenere sufficiente aiuto dalla rete sociale. Pertanto, come notano Liotti e Farina, il trauma è profondamente connesso con un senso di sfiducia.
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