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La scuola di ULM ( il nome preciso è Hochschule fur Gestaltung - Onestà nel fare e operazionalismo scientifico ) veniva concepita come un centro internazionale per la teoria, lo sviluppo e la ricerca nel mercato della progettazione, dei prodotti industriali, come ad esempio oggetti ad uso domestico, tecnico-produttivo, di comunicazione rivolti ai mass-media.
La scuola era articolata in 4 sezioni: Design del prodotto, Comunicazione visiva, Edilizia, Informazione. Successivamente venne introdotto un ulteriore indirizzo, e cioè Cinema.
La durata dei corsi era di 4 anni: il primo di formazione, ed i tre in una delle sezioni selezionate.
La scuola mirava ad una solida capacità professionale, atta a comprendere non solo i meccanismi progettuali, ma dando un senso ri responsabilità sociale e culturale.
Vi erano dei docenti di ruolo, ed altri a contratto in continua rotazione, per mantenere un clima culturale dinamico ed attivo, sempre in linea con il momento storico, per comprenderlo e superarlo.
Alcuni dei docenti a contratto che insegnarono nella scuola furono: Rodolfo Bonetto, Josef Alberts, Frei Otto.
Tennero delle conferenze all’interno della scuola Walter Gropius, Mies van der Rhoe e Charles Eames.
La scuola di Ulm ebbe diverse fasi di sviluppo, la prima dei quali fu la fondazione avvenuta tra il 1947 ed il 1953 che vide Inge Scholl (Unica sopravvissuta dei fratelli Scholl uccisi dai nazisti), Olt Aicher, Max Bill e Walter Zeischegg operare insieme per la creazione di questo istituto.
Si Trattava di Partire da 0. La fine della Guerra aveva messo in ginocchio la Germania, e diverse città erano state rase al suolo, compresa la stessa ULM che era irriconoscibile.
Gli stati uniti finanziarono diverse iniziative tedesche per risollevare il paese, compresa la creazione di questa scuola.
Questo istituto si presentava come una “nuova educazione democratica” ponendo particolare attenzione alle problematiche socio-politiche. La scuola divenne un laboratorio per affrontare i problemi della progettazione, che la società industriale poneva.
Tra il 1962 ed il 1966 la direzione venne affidata a Maldonado e Aicher, che continuarono nella filosofia prima citata, inserendo anche una nuova materia: la bionica.
Nel 1962 Hans Gugelot stabilì definitivamente i 6 principi fondamentali del lavoro di un designer durante una conferenza tenuta a Londra:
METODO LAVORATIVO DEL DESIGNER:
1 Fase dell’informazione: acquisizione di dati relativi al progetto in atto
2 Fase analitica: vengono posti in relazione il prodotto, l’uomo, l’ambiente in cui il prodotto deve essere usato
3 Fase progettuale vera e propria: fase creativa del designer in stretto contatto con i tecnici
4 Fase decisionale: si valutano le possibilità commerciali del progetto elaborato
5 Fase di calcolo de costi
6 Costruzione del modello/prototipo
la filosofia di ULM viene adottata ancora oggi dai designer, e molti studenti e professori, dopo la chiusura nella scuola avvenuta nel 1968 per cause politico economiche, operarono in molti paesi, tra cui l’Italia.
Tomas Maldonado entrò nell’organico del Politecnico di Milano, Hans von Kiler (Olivetti) Andries van Onk (Olivetti e Zanussi) Pio Manzù (Fiat)
La scuola di Ulm segno un importante passo nella storia del design e non solo, condizionando i prodotti e le aziende negli anni successivi.
Braun grazie a questa collaborazione, ed al direttore della sezione design dell’azienda, Dieter Rams, crearono prodotti avveniristici.
Per farvi un esempio: se voi scrivete on-line Braun Vs Apple trovate i progetti ai quali Apple si è ispirata da Braun per realizzare diversi prodotti, primo tra tutti L’IPOD.
Lo stile del design Ulmiano si presenta, con una forma onesta, pulita e funzionale, togliendo dal progetto tutto quello che risulta superfluo, e lasciano solo l’essenziale.
Il design e L’arte sono forme autonome e compiute secondo obiettivi e modalità proprie, eppure emergono evidenti somiglianze tra lo stile funzionale di ULM e la Minimal Art.
Ad esempio nel linguaggio formale, semplice e netto, riducendo all’essenzialità la forma.
La Minimal Art è in detta opposizione alla Pop Art che si ispira ai materiali più disparati e che appartiene al mondo dei consumi.
Lo stesso design funzionale della scuola di ULM affrontava già le tematiche riguardanti il consumismo, e l’ecosostenibilità, in maniera tale da avere prodotti onesti che potessero durare nel tempo, senza creare un impatto troppo profondo nell’ambiente.
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