Ciao a tutti e bentornati su Sterrato!
È davvero una gioia per noi condividere questa esperienza con voi. L' abbiamo desiderata molto, siamo passati prima dall'80km e poi Paolo ha sentito di voler allungare le distanze e fare questo viaggio. Luca si è fermato a distanze più nelle sue corde.
Siamo alla Lavaredo Ultra Trail sulla distanza regina dei 120km.
Una gara circondati e supportati da amici della Sterrato Gang che sul nostro gruppo Telegram trasmette un sacco di carica ed energia. Già dalla partenza la tensione era molto ma anche la consapevolezza di essere nel posto giusto e adeguatamente preparati.
Partenza in notturna, la seconda di sempre. La temperatura è strana, bella fresca, si va di base layer, manica corta e manicotti con la preoccupazione di sudare troppo. Ospitale, Passo Tre Croci, Federavecchia. Un saliscendi che riflette l'andamento della temperatura e soprattutto il disagio con il guscio: c'è freddo, metto il guscio, sono in sauna; c'è caldo abbasso i manicotti, apro il guscio, gelo di nuovo. Arrivo a Misurina brutto, il dnf era alle porte. Decisione di cambiare scarpa dopo aver colpito con la punta un bel sasso, The Nort Face belle strette out, Hoka Challenger in. Da li una lenta ripresa fino ad arrivare all'Auronzo e alle Tre Cime che con il sorgere del sole portano energia nuova. Si corre finalmente bene e superati i primi 60km le sensazioni sono positive, si sta andando bene. Pit stop bello lungo a Malga Ra Stua che serve a ristorare per bene e fare cambio tecnico grazie anche al supporto di papà Daniele. La ripartenza è buona e, nonostante qualche difficoltà tecnica con il cibo, si susseguono ups and downs classici di una ultra con colpi di sonno pesanti in Val Travenanzes e conseguenti power naps (serve una spilla o qualcosa che segnali uno che sta dormendo e sta bene, grazie ma dannazione) e ristori divertenti a Col Gallina con Anton nel suo privé a farsi una birretta. A Passo Averau e Passo Giau inizia a salire la consapevolezza: il traguardo è vicino. I problemi al piede si fanno sentire, ma intestino e stomaco ci sono, le gambe anche, si va! Una Redbull giusto per la spinta finale e a Croda da Lago non ci si ferma neanche. Giù come i missili, ovviamente al massimo delle possibilità. Sale l'euforia e al ristoro con anguria e birrette (che siano lodati coloro che intavolano quel ristoro paradisiaco) non ce n'è. L'arrivo e vicino.
È da un po' che sale la sensazione ma ora si fa davvero vivida. Questa strada la sappiamo. Ogni curva, la rotonda, la salita, il pubblico, i bar, IL bar (Centrale), il tifo che sale, i brividi, la gioia, il traguardo.
È fatta. Centoventi chilometri.
Che. Sogno.
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See you in the next trail
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Per le riprese di questo video abbiamo usato questa attrezzatura:
- Go Pro Hero 9: amzn.to/3EMs166
- Impugnatura da bocca: amzn.to/3wmXpF5
🎵 MUSICHE : Artlist.io
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