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Ravenna - Via Carducci - Basilica di S.Giovanni Evangelista
4 campane in Sol3:
Sol3 = Roberto Sassone, 1208
Si3 -16/100 = Roberto Sassone, 1208
La3 +17/100 = Giulio Scaramelli di Ravenna, 1635
Mi4 -19/100 = Giacinto Landi di Imola, 1693
La Basilica di S.Giovanni Evangelista, originariamente detta anche dei Ss.Nicandro e Marciano, venne edificata tra il 425 e il 434 per volontà di Galla Placidia; è la chiesa più antica della città. Attorno all'anno mille qui si stanziò una comunità di monaci benedettini, che costruirono il monastero e rinnovarono tutto il complesso nel XIV secolo. Successivamente, in epoca rinascimentale, vi si stanziarono i Canonici Regolari, che rimasero sino al1 1798, quando i francesi soppressero l'ordine religioso e confiscarono il monastero. In seguito, l'arcivescovo Mons. Codronchi riuscirà ad acquistare l'intero complesso. Negli anni '20 del 1900 la chiesa venne pesantemente restaurata, cerando di riportarla nelle forme originarie eliminando le modifiche settecentesche. Nel secondo dopoguerra fu necessario ricostruire buona parte dell'edificio, gravemente danneggiato dai bombardamenti aerei dell'Agosto del 1944. Il magnifico campanile gugliato, salvatosi dalla distruzione bellica, è alto ben 42 metri ed a pianta quadrata; esso è attribuito al X secolo. Il 9 settembre 1444 il notaio Pietro Rangone segnalò nell'inventario dei beni mobili della chiesa che si stava lavorando per la costruzione del campanile; si trattava probabilmente della ricostruzione di una parte o della costruzione del piano della bifore e della guglia. Nella cella campanaria, due delle quattro campane, la Marzia e la Dolorosa, sono state fuse nel 1208 dal fonditore Mastro Roberto il Sassone e sono fra le più antiche in Italia ad essere datate e firmate. Le altre due risalgono l'una al 1635 e l'altra al 1693 e sono state realizzate rispettivamente dai fonditori Giulio Scaramelli di Ravenna e Giacinto Landi di Imola. Fino alla seconda guerra mondiale, su queste campane era praticato il Suono a "Doppio" Bolognese, nella variante cosiddetta "da Trave". La Grossa, di nota nominale Sol3 (circa), pesa 700 kg ca. ed ha un diametro di 98,4 cm; essa riporta le seguenti iscrizioni: "MENTE(M) S(AN)C(T)A SPONTANEA (H)ONORE(M) DEO ET PATRI(A) LIBERACIONIS - A D MCCOCTAVO "; in passato, su questa campana è stato effettuato volutamente un taglio lungo tutto il suo fusto, per ottenere un suono sordo (al fine probabilmente di annunciare la morte di un cittadino o di un monaco). La Mezzana, di nota nominale Si3-16, pesa 600 kg ca. ed ha un diametro di 95,6 cm; essa riporta le seguenti iscrizioni: "ROBERTUS SOEASSONO FECIT HOC OPUS - A D MCCOCTAVO"; questa campana è gemella della Grossa ed è ancora perfettamente funzionante; sul Mozzo ligneo che la sorregge è riportata la data 1769. La Mezzanella, di nota nominale La3+17, pesa 450 kg ca. ed ha un diametro di 80,4 cm; essa riporta le seguenti iscrizioni: "DIVO ALLOISYO GONZAGA BARTOLOMEVS RASPONI ABRAS DEDICAT NOSTRA ESALVS ANNO MDCXXXV" - "OPUS IULII SCARAMELLI RAVENNAE"; questa campana ha una nota più grave della Mezzana, ma è di dimensioni minori. La Piccola, di nota nominale Mi4-19, pesa 120 kg ca. ed ha un diametro di 55,4 cm; essa riporta le seguenti iscrizioni: " D.O.M. TEMPORE RMS BABARA MARGHERITAE A SALE ABRA AN. MDCIIIC" - "HIACINTVS DE LANDIS IMOL FVNDEBAT"; questa campana non possiede più il battaglio.
Analisi: La3 435 Hz; 1/100° di semitono ÷ 1/200° di tono
Capitoli:
- 00:00 I
- 00:54 Il campanile, la cella campanaria e le 4 campane
3 Gennaio 2023
Buona visione :-)
Giacomo:
/ @giacomolacascia
Nicolò:
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Giorgio:
/ @giorgiochiletti5486