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A distanza di un solo anno, il Milan si ripresenta all'atto finale della manifestazione intercontinentale. Di fronte, i paraguayani dell'Olimpia Asunción, vincitori dopo 11 anni della Copa Libertadores.
Costretto a rinunciare a due giocatori importanti come Ancelotti e Evani (che con una sua punizione aveva deciso la finale dell'anno precedente), il tecnico rossonero Sacchi dispone Carbone e Stroppa ai lati del centrocampo, a supporto delle punte Van Basten e Gullit.
Al minuto 25 un contrasto nell'area di rigore paraguayana costringe all'uscita anticipata dal campo Maldini (che si rivelerà essersi fratturato la clavicola destra), che viene sostituito da Filippo Galli. La squadra rossonera si dimostra in grado di reggere il pronostico che la vede favorita, e sul finale del primo tempo legittima la superiorità passando in vantaggio grazie ad una rete di Rijkaard, che insacca di testa un cross di Gullit.
La seconda frazione di gioco vede il Milan prendere il possesso del campo e, dopo diciassette minuti, siglare il secondo gol con Stroppa, fortunato a correggere in rete una ribattuta di Almeida su un tiro di Van Basten deviato sul palo. Al minuto 65 l'ennesima percussione del centravanti olandese si conclude con un pallonetto che centra nuovamente il palo; la palla viene colpita in tuffo di testa da Rijkaard, la cui doppietta personale chiude in pratica la partita (nonostante una traversa colta in seguito da Amarilla). Poco dopo, un inserimento di Samaniego, che già aveva impegnato in uscita il portiere rossonero nel primo tempo, costringe Pazzagli ad una difficile parata.
Gli ultimi sforzi non bastano tuttavia all'Olimpia per recuperare lo svantaggio. Il Milan vince così il trofeo intercontinentale per la terza volta (raggiungendo in testa alla speciale classifica delle squadre plurivincitrici le due compagini uruguayane del Peñarol e del Nacional. A Rijkaard, autore della doppietta decisiva, verrà poi consegnato il premio come migliore giocatore della manifestazione.