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Partendo dalla Stazione centrale, fino al quartiere ISOLA con i suoi grattacieli, il più futuristico in città, e pensare che fino agli anni ’70 era il regno degli scassinatori della Ligera, la malavita milanese. Era così chiamato perché a suo tempo la ferrovia l’aveva isolato dal resto della città, trasformandola, appunto, in una sorta di isola. In seguito il quartiere è stato oggetto di profonda trasformazione e riqualificazione urbanistica negli anni 2000.
Col tempo strade e ferrovie si sono sovrapposte al tracciato dei corsi d’acqua, caseggiati operai e nuovi palazzi hanno sostituito i campi, ma l’indole del quartiere si è conservata: Le bettole animate da un variegato insieme di personaggi variopinti, le famiglie operaie stipate oltre le ringhiere, dei traffici loschi all’ombra dei cortili, quelli della malavita milanese, la celebre Ligera.
Oggi svettano oltre ai grattacieli, la celebre coppia di torri del Bosco Verticale, costruito tra il 2009 e il 2014 da Stefano Boeri, la torre Unicredit e gli spazi verdi, simboli della nuova Milano. Vicino alle torri sono sorti altri edifici come lo Ziggurat, sede milanese di Google e la Casa della Memoria, spazio civico dedicato alla conservazione della memoria della Resistenza e delle vittime del terrorismo.
Dunque ancora oggi il quartiere Isola mostra le proprie radici. Sviluppatosi tra la seconda metà ̀ dell’800 e i primi del ’900, ha preso il nome dalla costruzione della ferrovia nel 1865 che divise e isolò, per l’appunto, il quartiere dal resto della città. Era una zona operaia, grazie alla vicinanza di molte fabbriche (tra le quali la Pirelli) e di numerose botteghe artigiane, quartiere isola, porta Garibaldi.