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Per la settima puntata del progetto “No alla violenza, sì all’equità”, sviluppato dalla Consulta per le pari opportunità del Comune di Alba in occasione del 25 novembre, abbiamo parlato con Anna Maria Gianti, dirigente medico Asl Cn2 e referente aziendale del Gruppo di Lavoro multispecialistico e multidisciplinare sulla Medicina di Genere
La medicina di genere è definita dall’Organizzazione mondiale della sanità come lo studio dell’influenza delle differenze biologiche (definite dal sesso) e socio-economiche e culturali (definite dal genere) sullo stato di salute e di malattia di ogni persona. Una crescente mole di dati epidemiologici, clinici e sperimentali indica l’esistenza di differenze rilevanti nell’insorgenza, nella progressione e nelle manifestazioni cliniche delle malattie comuni a uomini e donne, nella risposta e negli eventi avversi associati ai trattamenti terapeutici, nonché negli stili di vita e nella risposta ai nutrienti. Anche l’accesso alle cure presenta rilevanti diseguaglianze legate al genere.
La Medicina di Genere non rappresenta una branca a sé stante dell’area medica ma una dimensione interdisciplinare che, come tale, deve pervadere tutte le branche del sapere medico al fine di studiare l’influenza del sesso e del genere sulla fisiologia, la fisiopatologia e la patologia umana.
Nel novembre 2021 la Regione Piemonte ha recepito il “Piano per l’Applicazione e la Diffusione della Medicina di Genere” ed ha richiesto a tutte le aziende sanitarie la nomina di uno o più referenti aziendali, che si sono incontrati per la prima volta a febbraio 2022. Parallelamente si sono attivati anche gli Ordini provinciali dei Medici Chirurghi, e quello della Provincia di Cuneo ha costituito una apposita Commissione per il supporto delle attività legate alla diffusione della cultura di genere negli ambiti di promozione della salute e di cura.