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Straordinario testo "L'aria del continente", come straordinaria fu l'intera produzione del grande Nino Martoglio, uomo di teatro a tutto tondo, oltre che prolifico poeta e regista, attento e scrupoloso, delle sue commedie, ricche di personaggi esilaranti, sanguigni, dalla immediata comunicativa e comicità.
Senza alcuna ombra di dubbio si può dire che il vero fondatore del Teatro Siciliano fu Martoglio: a lui addirittura si rivolgeva per consigli Luigi Pirandello, tanta era la stima che nutriva nei suoi confronti. Nel mettere in scena questa commedia il Teatro Stabile di Catania, e di questo sono grato, ha invitato me a sostenere il ruolo protagonistico e a curarne la regia.
Non ho voluto assolutamente fare una rilettura critica del testo, nè tanto meno procedere ad una modernizzazione dello stesso per legarlo a fatti ed avvenimenti del mondo moderno.
Ogni opera rispecchia il tempo in cui essa nasce, e cercare di attualizzarla mi sembra una forzatura nei confronti del suo autore, che comunque si assume la responsabilità del successo o dell'insuccesso della sua creatura.
Godiamo ancora una volta quindi nell'ascoltare Cola Duscio, sicilianissimo, ma continentale nell'animo e nello spirito, come lui dice. Tante sono le novità che porta dalla capitale per cercare di cambiare e dirozzare la mentalità "retrocrata e trocotilta" del paese, e tanti sono i sarcasmi e gli attacchi che deve subire da parte dei suoi compaesani, sorella e cognato compresi!
Il tradimento di Milla Milord, la sciantosa che Cola Duscio porta da Roma a coronamento del suo voler essere continentale, lo fa ripiombare in quella realtà che lui ha cercato sempre e disperatamente di reprimere: il paese, la sorella, il cognato, i nipoti ... quel mondo insomma che credeva non gli appartenesse più! E lui lo riaccetta, con dolore, ma forse anche con un pizzico di velato piacere.
La Sicilia è una malattia dalla quale lui inconsciamente non è mai guarito.
Pippo Pattavina