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L’attenzione dell’opinione pubblica e della classe dirigente nei confronti della #corruzione fa registrare un andamento oscillante. Negli anni di ‘Mani pulite’ sembrava essere il problema per eccellenza del nostro Paese. Oggi invece riscuote scarsa risonanza sui media, inducendo a pensare che il fenomeno sia stato ridotto a male marginale ed eccezionale. Eppure, stando al principale indicatore internazionale, l’Italia si trova solo al quarantaduesimo posto nella classifica delle nazioni più virtuose in materia, segno di un persistente, anche se non eclatante, radicamento della corruzione. Si può facilmente intuire quanto siano nefaste le sue conseguenze in termini non solo di inquinamento dei legami sociali e politici, ma anche di inefficienza del sistema economico. Raffaele Cantone, che ha presieduto l’Autorità Nazionale Anticorruzione (ANAC) dal 2014 al 2019, offre in "Corruzione. Prevenire e reprimere per una cultura della legalità" un quadro chiaro e completo del fenomeno, corredato da riferimenti storici e analisi antropologiche. dando conto, in particolare, dei notevoli progressi nel contrasto alla corruzione grazie sia allo sviluppo di una legislazione avanzata, capace di bilanciare repressione penale e prevenzione amministrativa all’interno di un sistema di regole coerente e organico, sia al ruolo e ai poteri penetranti esercitati dall’ANAC.
L'autore ha presentato il volume in occasione di #bookcitymilano presso l'Università Cattolica in dialogo con Gabrio Forti, direttore dell'Alta Scuola Federico Stella sulla Giustizia Penale, Nicoletta Parisi, ordinario f.r. di Diritto internazionale, Università Cattolica e Luigi Ferrarella, giornalista del «Corriere della Sera».
Libro: shorturl.at/nuwzC
Riprese e montaggio video a cura di Chiara Ascoli
#vitaepensiero #corruzione #raffaelecantone #BCM23