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Nella pieve di San Giovanni Battista a Signa si custodiscono le spoglie della beata Giovanna Gagliardi, vissuta a Signa tra il 1266 e il 1307. Diventata patrona del paese è stata molto venerata dalla popolazione tant'è che oggi in molti chiamano la pieve "chiesa della Beata Giovanna". Con i rifacimenti di inizio Novecento quella che era la cappella a lei dedicata all'interno della chiesa si è ritrovata, da essere sulla testata della navata di sinistra, in fondo alla navata centrale, dietro all'altare.
Qui sono custoditi sulle due pareti laterali degli affreschi del XV secolo che rappresentano otto episodi della vita della beata Giovanna, quattro per parte.
I quattro episodi della parete di sinistra sono stati affrescati nel 1441 da un anonimo pittore che per stile viene ritenuto un allievo di Bicci di Lorenzo. È stato chiamato Maestro del 1441, in quanto questi affreschi costituiscono la sua opera eponima. Essi raffigurano storie della vita della beata Giovanna: il miracolo della grandine, Giovanna riporta in vita un bambino, la guarigione di un cieco, la guarigione dalla pesta di Monna Nuta.
I quattro episodi sulla parete di destra sono stati realizzati nel 1462 da un altro allievo di Bicci di Lorenzo, il cosiddetto Maestro di Signa in quanto anche questi affreschi costituiscono l'opera eponima di quest'altro pittore ignoto. Essi rappresentano altre quattro scene: la restituzione della memoria di Lippa Nardi, la guarigione di una gamba di un giovane, la conversione di Morozzo Tendi Mori, la liberazione di Fonso di Artimino.