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La vecchia casa di famiglia, l'arte del formaggio, la voglia di non dimenticare mai le radici, la sfida col destino, incentrata sul rimanere in montagna a continuare a vivere e a tramandare il valore di questa terra.
La resilienza è un concetto ampio. E' sbagliato ridurlo alla capacità di rimanere su un territorio difficile, affrontandone le difficoltà e impostando la propria vita anche in funzione di questo. Detta così, si potrebbe dire che chiunque accetti una condizione del genere o è un eroe o è un incosciente.
Ma una famiglia come gli Albi di Velo Veronese (Lessinia veronese orientale), secondo me non sono nè l'uno nè l'altro. Sono semplicemente delle persone che hanno deciso di credere in ciò che questa terra ha dato loro nel corso di generazioni e di ripartire da questo per imprimere una svolta decisiva in tutto quello che fanno, apportando idee nuove per mettersi in linea con i cambiamenti sociali ed economici, che loro toccano con mano soprattutto nella fruibilità turistica.
Per questo la casa di famiglia è diventata una locanda bellissima, con camere spaziose in cui gli elementi tipici della Lessinia (la pietra e il legno) sono sempre ben visibili, un clichè culturale che viene esaltato ancora di più nel reparto benessere, con tanto di sauna, bagno turco, massaggio. Dove un tempo erano ospitate vacche e maiali, oggi si può vivere un'esperienza magica, sicuramente avveniristica per l'epoca, il 2005, in cui fu concepita e realizzata.
E poi, naturalmente, i sapori fanno la loro parte, sia quelli che nascono in cucina, con i piatti caratteristici del territorio, sia quelli che, da sempre, nascono nel caseificio di famiglia, con il formaggio Monte Veronese e il grana Padano che rappresentano i cavalli di battaglia della loro produzione, arricchita anche con i prodotti ricavati dall'allevamento suinicolo.
Insomma, una famiglia che ha deciso di aprire le porte di casa per raccontarsi e per raccontare la propria terra. Una strada affascinante ma impegnativa, perché non ha voluto dire soltanto un forte investimento economico, ma anche una forte disanima introspettiva, che li ha spinti a capire che cosa avrebbero voluto fare di quella vecchia casa in quella vecchia contrada.
Hanno scelto di continuare a farle vivere entrambe
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