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Incastonata negli Iblei, altopiano risultato di cataclismi geologici, di magma lavico che lottò con la roccia di calcarenite che giaceva indisturbata da milioni di anni; l’emersione e poi le spaccature profonde, e l’acqua che vi scorre e vi sgorga e disegna un paesaggio unico: qui è Vizzini.
Paese onirico e reale fino all’inverosimile, nobile e popolare, un incanto di stradine e case piccolissime, di chiese dalla scenografica fattura e palazzi sontuosi, di labirintici cortili e vedute a volo d’uccello su una vallata di mare verde che pare non avere fine.
Paese dove Verga ha ambientato molte delle sue opere, dove personaggi come Gesualdo Costa portavano aiuto al mondo povero e disperato.
Paese dove le case hanno i fichi d’india che crescono sui tetti, tra le tegole, dove la pietra risplende gialla di luce. Un abbaglio.
Uno spaccato della Sicilia che fu. Imperdibile.
Una gioia di sapori antichi: i dolci Nucatola alla cannella, la pasta col macco di fave, il finocchietto e le mandorle, i formaggi, le mpanate, le sfinci...l’elenco potrebbe non avere fine.
Non ci sono guide che menzionano Vizzini ma lei ci chiamava da così tanto tempo che, ad avercela davanti gli occhi, vorremmo non andare più via. E adesso sappiamo il perchè.
In fondo, qui, ci siamo sempre stati.
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