Bruh you down bad or what ? They're probably 70 years old now. BUt yeah taking notes with no laptop or anything is kinda cute tbh.

Fin métaphysique plutôt

Titouan Bastien Oui, Sokal avait bien vu.

Vous connaissez bien les maths de Leibniz pour dire ça ? Je ne connais pas le détail mais ce qu'il dit me rappelle les débuts du calcul différentiel créé par Leibniz qui donnera plus tard la différentielle seconde quantifiant la courbure, des trucs du XVIIe-XVIIIe où on trouve par exemple les nombres irrationnels sur la droite avec des méthodes géométriques comme dans cette vidéo : kzfaq.info/get/bejne/fN-mlZaUypzQpWw.html L'irrationnel sur la droite ne se trouverait que par cette "inflexion" apportée par le compas, nécessaire pour avoir une distance irréductible à des rapports de segments entiers mesurables, eux, à la règle. Quant au "point de vue" sur l'inflexion, ça ressemble aussi au cercle osculateur sur lequel a travaillé Leibniz : fr.wikipedia.org/wiki/Cercle_osculateur

@@bidonbidon7463 Bien dit Bidon..suffit pas de faire des maths mais l'Epistemè des maths...;)

Argumentez Mr Titouan svp.

Parce que tu n’as pas tout le cours ici c’est un extrait de 1h de tout son programme de l’année donc forcément on sait pas tjrs de quoi il parle mais c’est l’effet déléguée on a envie de tout comprendre

Et dis pas merci surtout

allez boire une petite tisane svp

oui comme il y a une filiation direct entre Scarlatti et Masami akita!....:)

Per gli uditori del tempo invece era perfettamente comprensibile. In Francia si studiava tantissima fenomenologia, corrente che della musica si era spesso occupata. Loro era l'idea che la melodia è contrazione tramite la ritenzione di temporalità differenti (all'istante t1 sento la nota x, a t2 sento la nota y, a t3 z... la melodia è possibile solo se una coscienza trattiene e concatena in senso temporale queste note). Questa è la spiegazione fenomenologica, ma era dal medioevo che si pensava la melodia in questo stesso senso. L'accordo invece era pensato come sovrapposizione di suoni, tra i quali uno o più, in modo costante o a turno, spiccavano (la cosiddetta nota «dominante»). Da queste concezioni nascono opere e interi stili compositivi. Deleuze, all'epoca, cercava di trarre dei concetti da queste vicende artistiche da impiegare in altri campi, per esempio nello studio del sociale (armonia, accordo, dominante... Sono concetti che si ritrovano anche in filosofia politica nel contrattualismo moderno). Se come ricorda qualcuno nei commenti alcuni canti gregoriani sono stati sviluppati a partire dall'idea aristotelica dell'armonia della rotazione delle sfere, perché non provare a sviluppare un'armonia senza accordo, come sembra essere per esempio la filosofia di Leibniz, al quale in realtà è dedicato il corso dal quale è stata estratta questa lezione? Per rispondere concretamente a cio che scrivi, ho cercato di mostrarti come in questa lezione deleuze stia cercando di estrapolare dei concetti dalla teoria musicale (linea orizzontale/verticale, armonia, accordo...) che potranno essere adoperati in altri contesti teorici. Diciamo che questo è il senso generalissimo della sua intera filosofia. Per gli auditori del tempo era più facile che per noi, perché comunque deleuze si sta appoggiando su alcune idee che erano diffuse al tempo (fenomenologia, strutturalismo...) e vocaboli e autori che facevano parte del vocabolario standard dello studente universitario francese

Développe

Bah évidemment Vraiment les gens ici n’ont pas compris que c’est pas un cours de musique et que ça n’est presque pas pour les musiciens c’est un cours de philosophie sur des concepts physique qui traite de la musique c’est une grande différence

Fin métaphysique plutôt