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Nel corso degli anni ’50 del ‘900, l’Opificio delle Pietre Dure indisse alcuni concorsi con l’intento di rivitalizzare e valorizzare la tecnica del commesso in pietre dure. Per questo motivo, nelle collezioni del Museo sono presenti numerosi bozzetti che consentono di mettere in evidenza le principali differenze tra la produzione dei secoli passati e quella novecentesca.
Mentre nel commesso classico era presente una prevalenza di soggetti naturalistici, nel commesso novecentesco i soggetti sono caratterizzati da notevole sintesi formale, ispirata a istanze artistiche coeve, in chiave postcubista, espressionista, metafisica o astratta. Le sezioni dei lucidi preparatori hanno per lo più profili lineari, spesso squadrati e dimensioni ampie tali da velocizzare l’operazione di commettitura delle singole parti.
L’osservazione di alcuni lucidi preparatori mette in evidenza anche un altro aspetto peculiare: su di esso vengono segnate le tipologie di pietre da utilizzare, con una procedura del tutto diversa da quella del commesso tradizionale. Nel commesso antico il bozzetto era un vero e proprio dipinto e la scelta della pietra da utilizzare era propria di una figura professionale votata a questo compito. Nel commesso novecentesco la pietra viene scelta già in fase di realizzazione del bozzetto o del lucido: in alcuni casi, nel bozzetto viene riprodotto anche l’aspetto della pietra.
Una selezione di disegni, tra cui opere di Lando Bartoli, Alfonso Biliotti e Richard Blow, è stata presentata in occasione della mostra «Il Novecento per noi» allestita nel 2018 presso il Museo dell‘Opificio delle Pietre Dure.
Approfondimento realizzato nell’ambito del Piano di Valorizzazione 2020.
Crediti musicali
The Holiday by So I’m An Islander | soimanislander.bandcamp.com
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