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I paesaggi in scagliola del Museo dell’Opificio delle Pietre Dure
In occasione della Giornata Nazionale del Paesaggio 2021, l’Opificio delle Pietre Dure presenta un video sulla collezione di paesaggi in scagliola conservata all’interno del suo Museo.
Quella della scagliola è una tecnica artistica molto particolare, che imita alla perfezione colori e venature degli intarsi marmorei e che a partire dall’inizio del XVII secolo si sviluppò prima a Carpi, poi a Modena e in seguito in province e regioni limitrofe come la Romagna, le Marche, la Lombardia e il Granducato di Toscana.
Alla base della tecnica vi è la “meschia”, ovvero un impasto prodotto mescolando la polvere di selenite (una particolare qualità di gesso) con acqua, pigmenti colorati e colle naturali.
Se l’invenzione della “meschia” non è propriamente carpigiana, perché documentata in Austria e in Baviera già alla fine del Cinquecento, Carpi ha il merito di aver ampliato gli ambiti di impiego della scagliola, trasferendola nel mobilio d’uso civile, oltre che nella realizzazione di paliotti d’altare.
In scagliola sono documentati piani per tavolo, stipi con cassetti e sportelli decorati, quadretti di vari formati destinati ad essere appesi alle pareti: questi ultimi raffigurano in prevalenza immagini sacre, non mancano però paesaggi o piccole nature morte.
Quadretti e tavolini ebbero ben presto un notevole successo commerciale e divennero curiosità collezionistiche. Nel Settecento questo commercio ebbe uno sviluppo addirittura internazionale, essendo divenute le scagliole un ricercato oggetto di acquisto da parte dei viaggiatori del Grand Tour.
A Firenze esercitò un ruolo di primo piano il monaco vallombrosano Enrico Hugford (Firenze 1695 - Firenze 1771) che sembra aver imparato i segreti della “meschia” nel monastero di Santa Reparata a Marradi, località toscana, ma in stretti rapporti con la Romagna. Con i suoi quadri raffiguranti vedute, marine, fiori, animali, scene di genere, architetture, ritratti, storie di santi e di beati benedettini Hugford porterà a perfezione la fase finale della lavorazione dei piani in scagliola, cioè la lucidatura.
Lamberto Cristiano Gori (Livorno 1730 - Firenze 1801) fu allievo di Hugford e nella sua Relazione dell’arte di lavorare la scagliola così descrive il procedimento appreso dal suo maestro: “Questa pietra si calcina, e si macina in sottilissima polvere, che impastata se ne formano dei piani, sopra dei quali induriti, si incidono gli scavi con simetria e con disegno i quali si riempiono all’istessa materia intrisa etc. e si mescola con i colori che abbisognano secondo d’opere che si fanno, e con estrema applicazione e lungo tempo, si arriva a terminare e perfezionare i lavori, che hanno per oggetto tutto ciò a cui si estende la pittura, cioè vedute di paese, marine, fiori, frutta, animali ecc. e quel che magiormente da amirarsi anco la figura arivandosi all’imitazione del vero, a quegli lavori si dà bel lustro, o pulimento, che gli dà gran vaghezza, non scoprendosi verun segno di commettitura, tal che vengono credute pitture col cristallo”.
Musica:
Antonio Vivaldi
Concerto in Mi Maggiore per violino, archi e organo "La Primavera"
The Modena Chamber Orchestra