La vecchia locanda del paese, attigua al frantoio storico, dove da chissà quanti anni i produttori di olive del circondario portano a spremere le olive per ricavare l'olio che un tempo serviva per casa e oggi è diventata una fiorente attività economica per centinaia di persone.
La Locanda è uno di quei simboli che colorano un territorio e la sua comunità, perché negli anni è stata un catalizzatore di varia umanità, la stessa che ora la nuova gestione vuole ricreare.
Ci crede molto Daniele Salvagno, proprietario del frantoio insieme alla sua famiglia, che è storica quanto la locanda stessa, verrebbe da dire.
Qualche anno fa decise di acquistarla, non solo per farla tornare agli antichi splendori, ma anche per donare una nuova luce, capace di calamitare le radici della storia ma anche per creare un nuovo futuro.
I sapori ad esempio attingono dalla tradizione pura. Il locale si rifornisce da numerosi produttori locali (in questo video vedrete un allevatore della gallina grisa della Lessinia, varietà autoctona della montagna veronese) e le ricette sono molto spesso il riportato ai giorni nostri dei piatti della nonna. Un menù quasi di famiglia, in sostanza. Con qualche licenza singolare, come la pearà fritta. La ricetta è quella, ma Antonella, la bravissima cuoca, l'ha resa croccante!
E poi le camere, dove ancora si scorgono gli elementi che richiamano la vetustà dello stabile come le assi in legno o le piastrelle retrò originali, che si fondono tuttavia con gli accorgimenti architettonici adottati per armonizzare perfettamente il linguaggio abitativo delle epoche.
Insomma, un tuffo nel passato dei ricordi e dei sapori, per una locanda che è tornata a vivere e a colorare Mezzane di Sotto.
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