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Roma. Una data che potrebbe fare la storia. In una splendida giornata di sole, di quelle che solo a Roma se ne possono vedere, nella Chiesa Anglicana All Saints è stata ordinata sacerdote della Chiesa Vetero Cattolica dellUnione di Utrecht Maria Vittoria Longhitano, insegnante, siciliana, sposata. Una donna, sacerdote con una bella famiglia e un lavoro come tanti altri. Quello che fanno tutti i sacerdoti e i diaconi di questa confessione religiosa vicina ed in comunione con la Chiesa Cattolica Romana, ma decisamente più avanti di essa rispetto a tanti aspetti. Una chiesa che accoglie le persone divorziate e consente loro di contrarre nuovamente un matrimonio sacramentale. Dove sono bene accolte le persone omosessuali e transessuali, che possono far benedire le loro unione in una sorta di matrimonio. Dove si accede alla partecipazione solo da adulti, con solenni dichiarazioni e dopo un cammino di preparazione e di approfondimento. Una Chiesa dove il clero lavora e presta il suo servizio sacerdotale nel resto del tempo e dove si considera molto importante che chi amministra i sacramenti viva la stessa vita che vivono i fedeli, dunque lavoro e famiglia. Eppure è una Chiesa Cattolica pur non essendo romana. Una chiesa, anzi, in qualche modo temuta da Roma, proprio perché capace accogliere e di comprendere molto più di quanto la sorella maggiore faccia. Dunque una pietra di paragone, piccolina, ma scomoda, proprio perché non teme e osa. Infatti è proprio a Roma che ha deciso di ordinare Maria Vittoria Longhitano, alla presenza del Vescovo Fritz René Muller del suo Vicario e della presbitera di Roma (ma ordinata in Germania) Teodora Tosatti, anche lei sposa, madre e lavoratrice.
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