In questo settimo video della Galleria del Palazzo degli Alberti visitiamo una stanza con quadri della fine del '600 e del '700 che testimoniano dell'arrivo del Rococò. La pittura si fa leggera e decorativa. Anche qui artisti prestigiosi come l'olandese Livio Mehus che dopo essere stato a Roma e a Venezia trovò nella corte fiorentina il suo approdo finale; Giovan Domenico Gabbiani che fu allievo del Sustermans e di Vincenzo Dandini, Pier Dandini che era nipote dei celebri fratelli Cesare e Vincenzo; Ranieri del Pace che fu invece allievo sia del Gabbiani che di Pier Dandini; e poi Francesco Conti, allievo del Pignoni. Ruderi, allegorie, scene dell'olimpo. E poi anche i vasi di fiori che iniziarono ad andare molto di moda: abbiamo qui due quadri di Andrea Scacciati e due di Bartolomeo Bimbi, i due pittori più famosi nel genere delle nature morte.
E poi quattro opere di Giovanni Domenico Ferretti, uno dei più importanti pittori fiorentini del rococò. Formatosi in Emilia, all'ombra delle grandi opere dei Caracci, del Guercino, Guido Reni e Francesco Albani. A Firenze, poi, fece carriera di affrescante, e, come altri, rimase colpito dalla pittura del veneziano Sebastiano Ricci che in quegli anni lavorò a Firenze, così leggera e ariosa. Di Ferretti sono famose le scene dei travestimenti di Arlecchino, e qui alla galleria ne abbiamo due del 1745 circa: Arlecchino reduce dalla guerra, che fa finta di avere una gamba di legno, e poi Arlecchino pittore, in cui si improvvisa artista: in ogni scena cerca sempre di conquistare il cuore di una donna con la menzogna. Dopo i toni drammatici delle pitture seicentesche, qui sicuramente c'è un'aria più spensierata.